Viterbo – Celebrata Santa Giacinta Marescotti e una nuova vocazione al convento di San Bernardino

VITERBO – Il 30 gennaio 2023 è stata una giornata di grande festa a Viterbo, in occasione della celebrazione della patrona della delegazione di Viterbo-Rieti dell’Ordine di Malta: Santa Giacinta Marescotti.

La solenne liturgia eucaristica, presieduta dal vescovo Orazio Francesco Piazza, ha visto la partecipazione di numerosi sacerdoti e delle sorelle clarisse del Monastero di Farnese che hanno animato la liturgia. Come da tradizione, la delegazione di Viterbo-Rieti dell’Ordine di Malta, guidata dal delegato Roberto Saccarello, ha reso omaggio a Santa Giacinta con un omaggio floreale accompagnato dai colori melitensi.

La figura di santa Giacinta Marescotti è molto amata e venerata all’interno dell’Ordine di Malta, poiché rappresenta un esempio di fede e carità per tutti i membri.

Nata a Viterbo nel 1585, entrò a 14 anni nel monastero delle Clarisse dove trascorse il resto della sua vita dedicandosi alla preghiera e alle opere di bene. Fu nominata maestra delle novizie, dimostrando grande saggezza e spirito di sacrificio. 

Durante l’omelia, il vescovo oltre a ripercorrere le fasi salienti della vita di Santa Giacinta, ha dato il benvenuto a Maria Chiara Politini, originaria della città, che ha fatto la sua professione temporanea nella vita monastica delle sorelle povere di Santa Chiara  La giovane ha  ufficialmente preso i voti. Al rito, ha partecipato anche la principessa Claudia Ruspoli, in memoria del compianto padre, principe Sforza Marescotti Ruspoli, primo delegato dell’Ordine di Malta per Viterbo. Famiglia d’origine di Clarice, colei che sarebbe diventata Santa Giacinta Marescotti,  nata nel castello di Vignanello il 6 marzo 1585, da giovane prese i voti nel monastero di San Bernardino a Viterbo. Nonostante la sua consacrazione esteriore, nel chiostro si comportava in maniera non conforme alla disciplina francescana, fino a quando un frate la rimproverò aspramente durante una visita mentre era gravemente malata. Questo evento la portò a una profonda trasformazione: accettò la sua condizione e si vestì con una rozza tonaca, chiedendo perdono alle consorelle per il suo comportamento. Andò a vivere in una semplice cella, ornata solo con una pesante croce a cui si legava. Per Giacinta iniziarono così ventiquattro anni dedicati completamente all’aiuto del prossimo. Creò due confraternite laicali, una dedicata alla cura degli infermi e l’altra alla cura degli anziani. Morì il 30 gennaio 1640 e subito fu venerata dal popolo cristiano come una santa, in particolare tra coloro che erano stati grandi peccatori e si erano convertiti grazie alla sua intercessione. Il 24 maggio 1807 Papa Pio VII la dichiarò Santa, definendola come “piena di meriti per la sua ardente carità verso Dio e il prossimo, per la sua penitenza e per tutte le virtù cristiane, nonché gloriosa per i miracoli compiuti“.

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