SORIANO NEL CIMINO – Nella serata di martedì, la Stazione Carabinieri di Soriano nel Cimino è intervenuta in seguito a un brutto episodio di violenze consumatosi in ambito familiare, arrestando un pregiudicato locale di 34 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona a seguito di una violenta lite con la compagna.
La Centrale Operativa dei Carabinieri di Viterbo ricevuto l’allarme di una donna che, tramite il cellulare, segnalava di essere stata picchiata e rinchiusa a forza in bagno dal suo convivente si adoperava immediatamente per affrontare la delicata emergenza inviando la pattuglia della locale stazione che prontamente interveniva sul luogo della presunta violenza. I militari della Stazione di Soriano nel Cimino appena giunti in loco intercettavano una giovane donna che stava fuggendo da quella dall’abitazione e intuito che poteva essere la signora che aveva chiesto aiuto l’hanno immediatamente messa in sicurezza, bloccando il suo aggressore.
La giovane donna di 29 anni dopo essere stata rassicurata dagli operanti ha confermato la versione fornita alla Centrale Operativa, rivelando dettagli mai denunciati prima per timore delle ripercussioni del suo compagno. Gli stessi Carabinieri procedevano quindi all’arresto dell’aggressore, trattenuto nelle camere di sicurezza del provinciale di Viterbo in di essere portato in attesa di rito direttissimo.
Nella mattinata, il Giudice ha ratificato integralmente le accuse mosse contro l’individuo in stato di arresto emettendo un provvedimento di allontanamento del soggetto dalla residenza familiare e l’applicazione di un braccialetto elettronico, volto a segnalare qualsiasi approssimazione alla vittima. Inizialmente, i carabinieri hanno prontamente messo in sicurezza la vittima, dimostrando una tempestività d’azione fondamentale. Successivamente, grazie a una approfondita e sensibile interazione, i militari sono riusciti a guadagnare la fiducia della vittima. Tale fiducia ha permesso di acquisire una comprensione dettagliata della storia di sofferenza vissuta dalla povera donna. Questo lavoro diligente e empatico ha giocato un ruolo cruciale nella formulazione delle misure restrittive, delineando un quadro completo delle esigenze di protezione della vittima. In un contesto in cui la legalità è messa alla prova, è confortante constatare che ci sono istituzioni e professionisti che si impegnano con determinazione per difendere i diritti dei cittadini e per contrastare qualsiasi forma di illegalità. Un plauso, dunque, alla stazione dei Carabinieri e alla Magistratura per il loro encomiabile impegno a favore della giustizia e della sicurezza pubblica.