Viterbo – Agricoltura sociale, l’eccellenza dell’Unitus raccontata agli agricoltori sardi

Il modello Tuscia per la Sardegna grazie al lavoro dei docenti Saverio Senni e Francesca Durastanti

VITERBO – Nelle scorse settimane la Tuscia ha ospitato 17 operatori agricoli sardi, arrivati in viaggio studio per acquisire e implementare le competenze relative all’agricoltura sociale.

Progetto reso possibile grazie ad una partnership tra la società viterbese Idea 2020 e l’agenzia per lo sviluppo agricolo della Sardegna Laore.

Viterbo, la sua provincia e la sua Università di Agraria, costituiscono un contesto ricco di esperienze virtuose che ben si prestano a definire best practice da cui trarre ispirazione, e così

Idea 2020, spin-off dell’Università degli Studi della Tuscia, in considerazione della sua consolidata esperienza nell’ambito della multifunzionalità e della diversificazione agricola, ha organizzato il viaggio, selezionando dieci realtà agricole viterbesi che potessero rappresentare dei modelli di attività in ambito di agricoltura sociale.

I casi di studio oggetto di visita sono stati: Orti solidali e mensa sociale della Caritas locale, l’azienda agricola La Romanella, la cooperativa sociale Fattorie Solidali, l’azienda Volta la Terra, l’agriturismo Iob, l’agrinido Forocassio, l’agriturismo Casa Caponetti, Agriland e infine il Boschetto dei Corbezzoli.

L’obiettivo delle visite era indagare i diversi modelli che queste realtà rappresentano: modelli di reti territoriali, di imprenditoria sociale e di agricoltura di comunità.

Saverio Senni docente del Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia e Francesca Durastanti, agronoma sociale, hanno tenuto lezioni di approfondimento e risposto ai tanti quesiti posti dagli imprenditori sardi.

L’agricoltura sociale da oltre venti anni è, infatti, un tema di ricerca e formazione all’interno dell’ateneo viterbese e nel corso degli anni, è diventata punto di riferimento nazionale ed internazionale sull’argomento.

Dal canto suo, Idea 2020, che per anni ha collaborato strettamente con i ricercatori dell’università, ha saputo promuovere l’accoglienza e il valore della rete locali, esportandone le eccellenze agrisociali al di fuori dei propri confini di riferimento.