La sanità locale del futuro presentata questa mattina, prevede riorganizzazione delle strutture e la moltiplicazione di presidi sanitari sul territorio
VITERBO – Attivazione di 5 Centrali operative territoriali, di 12 Case della comunità, di 4 Ospedali di comunità, l’adeguamento sismico degli ospedali e il rafforzamento tecnologico della rete ospedaliera con l’acquisto di 21 nuove apparecchiature di ultima generazione. Questo, in sintesi, il piano di riorganizzazione che sarà finanziato dalla Regione Lazio con 32,9 milioni di euro pianificati per i primi investimenti del PNRR e del piano nazionale investimenti complementari al PNRR nella provincia di Viterbo.
Gli interventi sono stati presentati questa mattina dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato e dal direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti.
L’iniziativa promossa dalla Regione Lazio ha messo in evidenza come cambierà e si evolverà il sistema sanitario locale. L’investimento fa parte del più ampio piano riorganizzativo della sanità laziale che vede impegnati 700 milioni di euro fino al 2026.
Grazie ai fondi del PNRR la presenza di presidi sanitari sul territorio si moltiplicherà. Infatti, con le Case e gli Ospedali di Comunità sarà più immediata la risposta ai bisogni di cura espressi dal territorio. Inoltre, l’ampliamento e l’ammodernamento del parco tecnologico migliorerà la qualità delle cure negli ospedali, permettendo anche di aumentare il numero di esami che possono essere effettuati. Infine, l’imponente piano di edilizia sanitaria contribuirà a rendere le strutture sanitarie più belle e più sicure.
Quella che si va delineando è una completa riorganizzazione delle strutture sanitarie intermedie e delle reti territoriali in una logica di prossimità, multidisciplinarità e multi-professionalità. Con il PNRR e gli altri fondi che la Regione Lazio ha investito nel corso degli ultimi 9 anni si completerà la nuova rete territoriale, per dare vita a una sempre più forte ed efficace integrazione tra la rete ospedaliera aziendale e quella territoriale, attraverso la presenza di strutture intermedie e tecnologie avanzate in grado di rispondere ad ogni esigenza di cura.
Case di Comunità
Strutture sanitarie territoriali, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare (tipo Case della Salute). Il cittadino può trovare tutti i servizi sanitari di base, il medico di medicina generale e il pediatria, gli specialisti ambulatoriali e altri professionisti (logopedisti, fisioterapisti, tecnici della riabilitazione). Saranno 12: ad Acquapendente, Bagnoregio, Bolsena, Civita Castellana, Montefiascone, Orte, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Tarquinia, Tuscania, Vetralla, Viterbo.
Centrali operative territoriali
Le Centrali Operative territoriali (COT) sono hub tecnologicamente avanzati per la presa in carico del cittadino e per il raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza. Saranno a Viterbo, Tarquinia e Civita Castellana.
Gli Ospedali di Comunità
Strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve e destinati a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica. Sono strutture intermedie tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati di 20 posti letto (max. 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica. Saranno ad Acquapendente, Orte, Ronciglione e Montefiascone.