Viterbo – L’Istituto Paolo Savi modello di inclusione sulla dislessia per gli studenti romeni

 

VITERBO – Il Paolo Savi diventa modello di inclusione e diversità: si è conclusa l’accoglienza con il Colegiul Tehnic “Carol I”, di Bucarest, solido partner Erasmus della scuola già in un altro progetto. Stavolta, i ragazzi rumeni sono venuti per imparare dagli italiani “come si fa”: come si include un ragazzo con dislessia in classe? Che attività si propongono? E come si inserisce un ragazzo con difficoltà di apprendimento nel mondo lavorativo?

“Le buone pratiche sono sempre una risorsa da condividere – sostiene la dirigente Paola Bugiotti ed è fondamentale che la scuola e tutte le istituzioni si pongano il problema del’inclusione, non solo nella formazione, ma in generale nel futuro di tutti i ragazzi. Come possiamo dare delle risposte, se non ci poniamo le giuste domande?”

Domande a cui l’Istituto sa bene come rispondere, grazie alla sua decennale esperienza di attività inclusiva e attenzione ai bisogni degli studenti; gli studenti stranieri si sono confrontati con laboratori, flipped classroom, lavori in gruppo, cooperative learning, ed ovviamente con le competenze delle lingua inglese, lingua veicolare per eccellenza nei progetti Erasmus. E anche gli studenti italiani non sono stati da meno: volenterosi ciceroni della scuola e della città, si sono prodigati per far sentire i ragazzi stranieri a casa e mostrare loro quanto di meglio la scuola italiana possa offrire. Prezioso anche il contributo della Fattoria di Alice, ottimo esempio di sinergia tra scuola, territorio ed istituzioni, che ha accolto volentieri i ragazzi, e dimostrato come non solo la scuola, ma anche il mondo del lavoro, possano strutturarsi in modo equo ed inclusivo.

 

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