Viterbo – Guida Gambero Rosso 2025, tutti i locali di Viterbo e provincia

Entra il Bistrot di Luciano Altieri e si riconferma l’Osteria del Vecchio Orologio. Massimo riconoscimento per vinerie ed enoteche

VITERBO – Nuova Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso. Presentata ufficialmente il 21 ottobre è ora disponibile in libreria con il suo viaggio nella ristorazione italiana d’eccellenza.

Ristoranti, bistrot, trattorie, enoteche, chef, cantine raccontate nelle 1000 pagine del nuovo volume che affronta il fermento e la trasformazione verso nuovi format che si fondono e interscambiano alla ricerca di un’offerta più snella e “fuori dal piatto” meno ingessata: calore, piacevolezza e spensieratezza, le qualità richieste per accompagnare una gustosa pietanza.

Tra i locali presenti nella Guida, a Viterbo e provincia troviamo:

La Parolina di Acquapendente

Fine dining sulle colline fra Lazio, Umbria e Toscana gestito da Iside De Cesare e
Romano Gordini. “Ristorante elegante, anche nei piatti, senza perdere di vista l’importanza del gusto pieno e riconoscibile. La cucina è dedicata al territorio, dal finto caviale con
lenticchie di Onano al risotto con pesche lavanda e pomodoro. Non manca il pesce
del Lago di Bolsena e una nutrita selezione di Champagne”.

 

Il Bocconcino a Bagnoregio

“Locale a gestione femminile. Ambiente intimo e inaspettato giardino “segreto”
Cucina territoriale.”Carni di Chianina in primis, e a quelli dell’azienda
agricola di famiglia“.

La Piazzetta a Calcata

Legumi, verdure dell’orto o comunque a km zero secondo la filosofia del proprietario. Piatti della tradizione laziale. Il tiramisù è ricetta di Nonna Antonia.

Agriristoro Il Calice e la Stella a Canepina

Da assaggiare i suoi maccaroni alla canapa, conosciuti anche con il nome di fieno (foto sopra) o “fini fini” come recita la Guida. Un primo piatto della tradizione locale ad accompagnarli: “la disponibilità e la cortesia di Felice Arletti (cuoco e patron) sono disarmanti, così come la sua filosofia di vita e di lavoro”.

Rosso Vignale a Canepina

Tra hamburgheria e ristorante, due anime dello stesso locale.
In cucina il giovane chef Tiberio Proietti, “autodidatta, che non si stanca mai di ricercare
e sperimentare giocando con gli ingredienti, studiando nuovi abbinamenti”. Da assaggiare  l’uovo morbido patate funghi e nocciole, i “maccaroni” al ragù della nonna Marcella, i girasoli di coda alla vaccinara Grana Padano Riserva e limone”.

Trattoria del Cimino dal 1895 a Caprarola

“Solida tradizione familiare.  Il clima è conviviale, la cucina attinge con intelligenza ai prodotti della zona. Si comincia con una valida selezione di
salumi artigianali e formaggi; tra i primi fatti in casa le pappardelle alla lepre con bacche di
ginepro o un’ottima versione di pici all’amatriciana”.

Beccofino a Civita Castellana

Piatti della tradizione rivisitati e originali. Tra terra e mare.

“Cucina dai sapori nitidi, soltanto all’apparenza semplice, fatta di selezione attenta di
materie prime, studiati abbinamenti degli ingredienti, cura per l’impiattamento e mano
leggera”.

Languorino a Montefiascone

Nato nel 2020, la chef ha lavorato in prestigiose cucine, a partire da Heinz Beck e Iside de Cesare.
“La filosofia è chiara: ingredienti di cui si conosce il pedigree, menu di mercato
con poche voci per non sprecare, sapori riconoscibili e concreti, paste e dolci
autoprodotti”.

Dieci a Nepi
Dieci è il numero fortunato del giovane chef Jordan Giusti, ma è anche il numero
di coperti. Da provare: “Il salame cotto, specialità norcina locale che accompagna un valido risotto allo zafferano. Sorprendente l’interpretazione dell’anguilla, pesce non facile”.

Nella categoria Trattorie riconoscimento per Riva Felice a Ronciglione, locale che merita una sosta anche per la posizione, proprio sul lago di Vico.
“Al centro il pesce di lago (anche se non solo) e la tradizione. In primis
con i tortorelli (formato di pasta fresca) con un sugo rosso al coregone, il persico fritto, il luccio alla brace (o fritto), il coregone alla griglia.Tanti anche i sapori di mare”.

Entra nella Guida il Bistrot  di Viterbo
Noto locale di Luciano Artieri, figlio d’arte nato in una famiglia storica della ristorazione in Tuscia.
“Punto di riferimento solido a Viterbo per clienti affezionati che trovano qui
un menu ben fatto, ingredienti di qualità al prezzo giusto, una cucina equilibrata e
“tranquilla” al passo coi tempi. Si mangia carne e pesce, senza
nessun effetto speciale, ma con gusto. Un posto tranquillo che non delude mai e dove cuochi e professionisti scelgono spesso di andare a mangiare”.

Agriristorante Il Casaletto Grotte di Castro-Viterbo

Una proposta il cui valore primario è il legame stretto col territorio.

I prodotti arrivano in gran parte dai 27 ettari di azienda agricola gestita dai fratelli Stefano e Marco Ceccobelli, proprietari del locale, che seguono pure l’allevamento di maiali.
“Carni fresche, würstel artigianali, trippa di suino alla romana, i pizzicotti (gnocchetti di pasta lievitata ricavati dagli avanzi dall’impasto per il pane e la pizza) e il coniglio leprino al finocchietto assolutamente da provare”.

 gur.me Viterbo

Proposta culinaria di mare e terra fatta di passione e ingredienti accuratamente selezionati dall’attenta chef Stefania Mancini, una delle migliori della città.

“Si può far tappa anche solo per un aperitivo o per un ghiotto panino gourmet o per il dopocena.
Nella carta dei vini etichette per tutte le tasche“.

Aggiungiamo che l’attenta e professionale ricerca delle materie prime e i più sofisticati metodi di cottura utilizzati dalla chef rendono questa cucina una delle più apprezzate e ricercate del capoluogo.

Osteria del Vecchio Orologio a Viterbo

Sicurezza culinaria in città.
“Cucina ispirata dal ricettario locale alimentata da prodotti e materie prime della zona. A
partire da Presìdi Slow food come la Susianella (insaccato tradizionale di quinto quarto). Quindi in un menu che cambia insieme alle stagioni, si spazia tra primi della romanità e piatti come i ravioli
di borragine con crema di nocciole e tartufo della Tuscia, tra il cosciotto di pollo ripieno alla
viterbese e il coniglio leprino farcito con asparagi di Canino e guanciale”.

Bar Vineria Vignola a Caprarola
Non distante da Villa Farnese, all’interno dell’antico Palazzo Moscheni si trova questa insegna nata dalla passione di Luigi Picca già sommelier all’Enoteca Pinchiorri di Firenze e all’Enoteca
La Torre a Viterbo e Claudia.  “La selezione ammonta a più di 400 etichette, notevoli anche quelle di salumi, formaggi e vari sfizi, ma anche la cucina fa la sua parte con i maltagliati acqua e farina all’amatriciana o alla gricia, il maiale di Cinta senese in porchetta, il coniglio alla cacciatora”.

Enoteca Quattro Ruote a Montalto di Castro
Per loro il massimo riconoscimento con tre bottiglie.
“Nata dalla passione di Stefano Fioravanti e Letizia Soldani, vero punto di riferimento per gli appassionati di vino.. Filippo, giovane ma già esperto sommelier, accoglie i clienti con competenza e li guida alla scoperta delle centinaia di etichette provenienti dall’Italia e dall’estero.  La cucina di Letizia è un vero e proprio viaggio tra i sapori della Tuscia e della Maremma toscana, con piatti che esaltano ingredienti locali e tradizioni culinarie, dalla classica ribollita alle gustose polpette al sugo, dai salumi di Cinta senese al peposo. Non mancano proposte più creative secondo stagione ed estro del momento”.

Benedetta Ferrari