L’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, corrispondente per “Il Foglio” e Chora Media, ha scatenato una considerevole preoccupazione, attirando l’attenzione sia del pubblico che delle autorità italiane. La detenzione di Sala nel noto carcere di Evin a Teheran, luogo in cui vengono frequentemente rinchiusi dissidenti politici e cittadini stranieri, ha immediatamente sollevato interrogativi sulle condizioni di detenzione e sui diritti della giornalista, che, secondo quanto riportato da “Il Foglio”, è stata tenuta in isolamento senza una chiara motivazione legale.
Chi è Cecilia Sala
Sala è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. Nata a Roma nel 1995, è da sempre molto attiva sui social e da anni ormai tratta di politica estera documentando quello che succede in varie zone di conflitto. Sala si è recata diverse volte in Ucraina per raccontare la guerra ancora in corso con la Russia, ma si trovava anche in Afghanistan nel 2021 durante il ritorno al potere dei Talebani. In quella occasione dovette interrompere una diretta con La7 a causa di alcuni spari contro l’hotel dove si trovava. Una scena che è diventata subito virale sui social.
Cecilia Sala ha da sempre avuto un’attenzione particolari alle nuove frontiere del giornalismo digitale. Molto attiva sui social network, nel 2020 ha esordito con il podcast ‘Polvere’, un’inchiesta condotta insieme a Chiara Lalli che trattava dell’omicidio di Marta Russo, giovane uccisa alla Sapienza nel 1997. Il podcast ha avuto tanto successo da essere trasformato in un libro pubblicato, con lo stesso titolo, da Mondadori nel 2021. L’anno successivo diviene protagonista di un altro podcast, ‘Stories’, prodotto da Chora Media, in cui ogni giorno racconta storie dal mondo.
Sala si trova da una settimana “in una cella di isolamento” del carcere di Evin, “dove vengono tenuti i dissidenti” e che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato”. “Non sappiamo” perché è stata arrestata in Iran. Non è stata formalizzata alcuna accusa.
Il lavoro del governo
La situazione ha innescato una decisa reazione da parte del governo italiano, con il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha rassicurato sulla condizione di Sala, citando una visita dell’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha sottolineato l’importanza di condurre trattative diplomatiche delicate, lontano dagli occhi del pubblico e dal clamore mediatico, per assicurare la sua liberazione.
L’arresto dell’iraniano a Malpensa
Il contesto dell’arresto di Sala è teso e complesso, non ultimo a causa delle tematiche trattate dalla giornalista, tra cui spicca il lavoro sulla stand up comedian iraniana Zeinab Musavi, che critica con ironia la vita in carcere sotto il regime degli Ayatollah. L’approccio di Sala, orientato a esplorare e divulgare aspetti poco noti dell’Iran, potrebbe aver contribuito a mettere in pericolo la sua sicurezza nel paese nonostante si tratti di una cronista esperta e profonda conoscitrice delle dinamiche nel Paese.
L’arresto di Sala, inoltre, sembra inserirsi in un quadro più ampio di tensioni, come suggerisce il parallelo arresto in Italia di Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino svizzero-iraniano, per violazione delle sanzioni internazionali. L’uomo, detenuto nel carcere di Busto Arsizio in attesa dell’estradizione richiesta dagli Stati Uniti, è accusato di aver venduto tramite società di comodo alcune componenti per i droni iraniani. Droni che sarebbero poi stati utilizzati anche per colpire basi americane. L’arresto, avvenuto pochi giorni prima di quello di Cecilia Sala, aveva provocato il malcontento delle autorità iraniane: è possibile che il fermo della giornalista sia una ritorsione?
I misteri
Le autorità italiane, inclusi i servizi segreti per l’estero Aise, si sono mobilitate per negoziare la liberazione di Sala, ricordando gli sforzi simili che in passato hanno portato al rilascio di altri cittadini italiani detenuti in Iran. Il governo ha cercato sin da subito di risolvere la situazione “velocemente” e nel totale riserbo, poi le cose si sono allungate e ieri la notizia è stata resa pubblica. Ma le informazioni certe, al momento, sono davvero poche. Nelle due telefonate che la giornalista ha potuto fare, una alla famiglia e l’altra al fidanzato, non ha potuto aggiungere nessun dettaglio se non confermare il buono stato di salute riscontrato anche dall’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei.