A fine marzo torna l’ora legale. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo dovremo dire addio all’ora solare e spostare le lancette avanti di un’ora. Alle 2 di notte gli orologi andranno spostati alle 3: dormiremo un’ora in meno ma dal giorno successivo godremo di un’ora di sole in più.
Le giornate saranno sempre più lunghe e ci sarà più luce solare da sfruttare. L’ora legale rimarrà in vigore per sette mesi fino all’ultimo fine settimana di ottobre: l’ora solare tornerà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre.
Come sempre l’orario viene spostato in piena notte in modo da non interferire troppo con le attività giornaliere.
Da anni in Italia e in Europa tiene banco il dibattito sull’abolizione del cambio dell’ora.
Sono stati soprattutto i paesi del Nord Europa a spingere su questa possibile abolizione, ma anche in Italia non sono mancate le polemiche e le raccolte firme per avere la stessa ora tutto l’anno. La battaglia nel Parlamento europeo è iniziata nel 2015, quando aveva esortato la Commissione europea a studiare gli impatti del cambio dell’ora per procedere poi a una sua abolizione, di fronte a dati ed evidenze del caso, anche economiche.
Nel 2023 l’esecutivo ha deciso di aspettare che gli Stati membri trovino la quadra su un tema che continua a generare perplessità e divisioni. Conseguenze negative sulla salute? Il cambio di orario può infatti modificare il ritmo circadiano che regola i tempi di sonno/veglia peggiorando almeno temporaneamente il sonno.
Tra le conseguenze percepite c’è la stanchezza, l’affaticamento e il disorientamento. «Col passaggio ora legale/ora solare e viceversa, si altera la ritmicità circadiana, ossia l’orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall’ambiente esterno, completa il proprio ciclo in circa 24 ore – aveva detto Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) -. In una consistente fetta di popolazione si registrano problemi del sonno, con conseguenze negative su concentrazione e umore e quindi su rendimento scolastico, efficienza sul lavoro, relazioni personali, ecc». L’ora legale è una convenzione stabilita oltre un secolo fa per risparmiare prima di tutto energia. Secondo i recenti dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi di ora legale il sistema elettrico italiano beneficia di minori consumi di energia per 340 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 130 mila famiglie. Il dato si traduce in un risparmio economico di oltre 75 milioni di euro.