Regione Lazio – Rifiuti, sulla discarica di Albano: “Nel Paese in cui sono morti Falcone e Borsellino viene ignorata un’interdittiva Antimafia”

Duro attacco dell’Associazione Salute e Ambiente nell’Audizione in Commissione Trasparenza sulla discarica di Albano. L’assessore Valeriani diserta, il Direttore Consoli mostra imbarazzo sulle volture da società a rischio infiltrazione mafiosa e Marco Lupo (Arpa) dichiara di aver fatto i controlli previsti dalla legge ma “la contaminazione è già conclamata”

ROMA – Zingaretti e Gualtieri non possono più nascondersi adesso. Il primo, dopo aver “subito” l’arresto del suo direttore dei rifiuti, Flaminia Tosini, non ha mai effettuato un controllo approfondito sugli atti compiuti dall’ex vicesindaco di Vetralla.

E, come già segnalato dal nostro blog alcuni giorni fa, un imbarazzante Direttore regionale, Vito Consoli, ha dovuto ammettere che sul sito che ospita la discarica ad Albano è stata effettuata una voltura da una società (di Cerroni) sottoposta dall’ex Prefetto Pecoraro ad un’interdittiva Antimafia.

Il secondo, dopo aver attaccato pesantemente Virginia Raggi nella campagna elettorale dei mesi scorsi, ha prorogato l’ordinanza dell’ex sindaca per conferire rifiuti nella discarica di Albano fino al 15 luglio.

Il tutto dopo aver portato a casa la vittoria alle elezioni per il Campidoglio (e per la Città Metropolitana). Nell’audizione tenutasi in Commissione Trasparenza presieduta da Chiara Colosimo e chiesta dalla Associazione Salute e Ambiente di Albano, sono emersi particolari inquietanti. Il Presidente Colosimo ha da subito preteso la risposta a due quesiti semplici ma fondamentali. Quanti sono i pozzi presenti nell’impianto, se gli stessi vengono (tutti) analizzati e cosa pensa di fare la regione sull’interdittiva Antimafia che pende sulla società proprietaria del sito.

Sull’interdittiva i vertici regionali sono andati in tilt. Valeriani non si è neanche presentato, il suo rappresentante (Pietro Petrassi) si è collegato ma si è defilato preferendo non parlare.

Wanda D’Ercole, direttore ai rifiuti ad interim, in attesa di “Aspettando GodotAndrea Rafanelli, non si è degnata di dire presente.

Sul patibolo è rimasto solo un imbarazzato Vito Consoli che ha avuto il coraggio di affermare “Noi non stiamo trattando con chi ha interdittiva Antimafia”.

Il direttore Consoli verrà premiato per aver scoperto l’acqua calda. Se c’è stata voltura con chi pensava di trattare?

Lo stesso Consoli, poi, ha dichiarato che non può esprimersi sul lavoro di chi c’è stato prima (Tosini) e che ha autorizzato la voltura.

Aggiungendo che, comunque, si tratta di provvedimenti lontani nel tempo.

Bene hanno fatto la Colosimo e i rappresentanti dell’associazione a ricordare allo spaesato direttore che l’ultima sentenza del Consiglio di Stato precede di poco più di un anno le volture dell’ex fedelissima di Zingaretti.

La vicepresidente dell’associazione di Albano, Francesca Gnani, nel rispondere a Consoli sul provvedimento prefettizio, ha messo il punto con una frase che non ammette replica: “Nel Paese in cui sono morti Falcone e Borsellino viene ignorata un’interdittiva Antimafia”.

Per quanto riguarda i controlli, invece, il direttore dell’Arpa, Marco Lupo, ammette che quelli mensili vengono svolti soltanto su 4 pozzi. Questo perché la legge gli impone di controllare soltanto quelli presenti nell’AIA.

Lo stesso Lupo, però, sembra dare ragione ai rappresentanti dell’associazione in quanto ammette che l’autorizzazione è vecchia e lui stesso ha più volte chiesto l’aggiornamento. E ha ricordato che l’Arpa può effettuare controlli mentre non può modificare le autorizzazioni. Lupo, poi, conferma che sul sito sono presenti anche altri 8 pozzi e sugli stessi lui esegue (anche se la legge non lo prevede), altri controlli una volta ogni quattro mesi.

Il direttore Arpa conclude con un atto di accusa: i dati che tutti hanno indicano che c’è contaminazione.

La contaminazione è già conclamata e abbiamo sollecitato il proprietario dell’area per fare la bonifica anche nel 2014”.

Queste sollecitazioni, purtroppo, sono rimaste lettera morta. Probabilmente il proprietario della discarica aveva altri siti di cui occuparsi…

Lupo ha anche chiarito un punto controverso dell’ordinanza di Gualtieri. Quest’ultimo nel suo atto aveva scritto che “non sono emerse evidenze circa la correlazione diretta tra la riapertura della discarica di Albano Laziale e lo stato di inquinamento rilevato nell’arco temporale di efficacia dell’Ordinanza…”.

Il direttore di Arpa si è smarcato da questa affermazione. Quello che scrive la politica non dipende certo da lui. Le sue relazioni e i suoi campionamenti parlano chiaro. Il territorio intorno alla discarica di Albano Laziale è contaminato.

Durante l’audizione si è parlato anche del “monopolio” sulle discariche nella regione. Non c’è dubbio, infatti, che ad oggi le uniche due discariche autorizzate sono quella di Viterbo e quella di Albano. Entrambe, al netto della voltura “viziata” dall’interdittiva Antimafia, sono riferibili all’avvocato Manlio Cerroni. E questo è stato ribadito anche dal Presidente della Commissione Rifiuti, Marco Cacciatore, intervenuto nella discussione: “soggioghiamo tutti ad un monopolio di fatto”. Il lucido intervento dell’ex grillino, collegato da remoto, è avvenuto senza la “fascetta nera” nei capelli.

I rappresentanti dell’associazione Amadio Malizia e Elena Mazzoni a fine seduta hanno ricordato che sul territorio di Albano è stata attivata anche l’autorizzazione di un impianto Biogas.

Anche in questo caso, oltre al disastro ambientale a cui si andrebbe incontro, si è ricordato che la società che gestirà l’impianto ha potuto usufruire di una voltura firmata dalla Tosini.

Sempre dalla società di Cerroni, Pontina Ambiente, oggetto del provvedimento interdittivo del Prefetto Pecoraro.

Ricordiamo, inoltre, che i rifiuti di Roma e degli altri 24 comuni arrivano dall’impianto TM di Ecosystem sito a Pomezia. I TM non “trattano” il rifiuto, ma svolgono solamente una tritovagliatura dei rifiuti (ossia senza la produzione separata dei reflui da materiale organico). Altro disastro da aggiungere a quello esistente.

A questo punto non riusciamo proprio a capire come sia stato possibile, per Zingaretti, minacciare per anni l’ex sindaca Virginia Raggi di commissariamento mentre verso il suo compagno di partito, Roberto Gualtieri, continua con questo atteggiamento “buonista”. Dove sono le differenze?

In ultimo una nota sui presenti all’audizione che ha affrontato un argomento di vitale importanza per la salute dei cittadini e non solo. Consiglieri di centrosinistra presenti (almeno una parte) ma nessuno ha preso la parola. Francesca De Vito presente (come al solito). Intervento di Cacciatore e Gaia Pernarella che non sono componenti della Commissione. Buio pesto da parte dei rappresentanti di Lega e Forza Italia. I forzisti Simeone e Capolei riflettevano sugli inviti a cena ricevuti dal loro coordinatore regionale Fazzone. Tripodi, probabilmente, era ancora impegnato nella conta degli emendamenti dell’ultima legge di bilancio che il “Servizio Aula” del Consiglio regionale ha inserito nel fondo del fascicolo con la dicitura “non ammissibile” o “non imputabile”.