Aprilia – In Comune tutti uniti contro la “monnezza” sbagliata

Mancano pochi giorni al voto e nessuno ad oggi ha presentato proposte concrete per la lotta alla criminalità organizzata e allo stato pietoso in cui versano le strade cittadine

APRILIA – Mancano pochi giorni alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Tante persone non vedono l’ora che si concluda il decennio di dominio incontrastato del sindaco Terra.

Il problema è che il sindaco uscente ha talmente intortato i consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione che sono diventati come lui monotematici e concentrati su un unico argomento, la monnezza.

Ieri pomeriggio si è tenuta una commissione congiunta ambiente e urbanistica per parlare proprio di questo argomento tanto caro a Terra, la discarica di Sant’Apollonia.

C’è da fare questo ultimo regalo al sindaco prima del voto. Il tema rifiuti è sempre molto efficace in campagna elettorale e lo sanno bene i vari Roberto Boi, Vittorio Marchetti, Vincenzo Giovanni e Alessandra Lombardi.

Il centrodestra “appecoronato” sulle linee guida di Antonio Terra ha perso di vista argomenti molto più gravi che affliggono Aprilia e le sue periferie. Piazze di spaccio, usura, estorsioni, rapine, coltivazioni intensive di marijuana.

Strade da far invidia ai paesi più depressi del sud America. Strada Pontina che conta più morti che chilometri. Abusi edilizi di ogni genere e natura. Dovrebbe saperlo bene uno dei leader del centrodestra come Roberto Boi che nella vita di tutti i giorni fa il geometra.

Invece silenzio. Silenzio anche sul fatto che nessuno, sia maggioranza che opposizione, sia andato a controllare le sale di controllo delle famose 120 telecamere che l’amministrazione uscente “afferma” siano state installate concordando un piano sicurezza con la prefettura.

Come nessuno chiede conto dei 40mila euro della Regione Lazio, finanziati per potenziare il sistema di videosorveglianza, andati perduti.

Non ci sono vigili urbani in numero sufficiente ma è altrettanto vero che quelle telecamere, ad oggi, non sono servite praticamente a nulla.

Aprilia è divenuta una delle piazze di spaccio più grandi della provincia di Roma. Nessun controllo. Anarchia Assoluta. Però parlare di rifiuti fa comodo senza far cenno di quanto tasse pagano i cittadini e di quante ne pagherebbero con una politica differente da quella applicata dall’uscente sindaco Terra e sostenuta da tutti ancora oggi.

Fa ridere il pensiero di vedere realizzare un ultimo comunale, una sorta di ultima cena, dove i consiglieri dibattono su un tema quale la discarica di Sant’Apollonia mentre a poche decine di metri i ragazzi comprano e vendono cocaina alla luce del sole.

Oggi quando si parla di discarica, si hanno ricordi di quello che può essere Malagrotta, Borgo Montello, Guidonia, Viterbo, Bracciano, tutte di titolarità del magnate del settore da oltre mezzo secolo e cioè Manlio Cerroni.

Siamo passati dal 2013 quando si gettava tutto in discarica, ad esempio, all’impianto di Rida Ambiente che ha sottratto patrimoni importanti alla discarica di Borgo Montello.

Iniziative che hanno aperto alla raccolta differenzia e del pensare ad un modo nuovo di utilizzare le discariche.

Oggi le discariche non sono più concepite come quarant’anni fa quando davano possibilità di sotterrare qualunque cosa purché venisse pagata.

Adesso c’è bisogno di conformità di un rifiuto di rispettare, le regole sono cambiate come sono cambiati i controlli.

Non ci sono più le parti organiche che vengono separate ed essiccate.

Aprilia è una città di 90mila abitanti dove sono situati impianti che svolgono soltanto trattamento dei rifiuti.

Non ci sono impianti finali come oggi vengono definiti dal legislatore.

C’è da dire che alcuni imprenditori, quarant’anni fa, hanno usato Aprilia, attraverso Borgo Montello, per riempirla di quantità di rifiuti urbani e pericolosi provenienti dai luoghi più impensati lasciando che la gente respirasse, bevesse, acque sotterranee avvelenate dai percolati fatti senza criterio.

In commissione, ad esempio, nessuno ha parlato delle bonifiche da fare agli impianti in disuso e altamente inquinati.

Per bonificare servono milioni e milioni di euro che l’amministrazione non ha ma che tace sulle bombe ecologiche lasciate lì dormienti.

Si sentono tante di storielle ma la verità non viene mai trattata (come i rifiuti) perché poi, i padroni della criminalità organizzata, suonano alla porta. In molti casi portano voti. In più casi portano guai e per questo la politica ne sta lontana e mette la testa sotto terra come gli struzzi.