Regione Lazio – Ares 118 nella bufera, Anac e Agenzia delle Entrate affondano la Dg Maria Paola Corradi

Ambulanze d’oro nel mirino dell’Anac, la nostra inchiesta giornalistica dopo anni e molte denunce presentate nei nostri confronti dalla potentissima moglie di Paolo Cecchini della Cecchini Srl ad una svolta. Non ha lasciato ancora l’ARES 118 perché teme i controlli e sta facendo di tutto per lasciare il suo vice alla guida della direzione. Ambulanze usate affittate al costo di 4.500 euro al mese contro le 1.500 euro di quelle nuove acquistate a leasing

ROMA – Le ambulanze sono un argomento assai delicato. Se n’è accorta finalmente anche l’ANAC che ha deciso di mettere fine ad uno scempio che stiamo denunciando da anni.

Sul modus operandi della Corradi finalmente qualcuno vuol vederci chiaro anche sul fatto che non abbia rispettato la volontà del presidente Rocca di lasciare il posto all’Ares 118 dopo l’avvenuta nomina a commissario del San Giovanni e quella sul Giubileo.

Ci sono in ballo 40 milioni di buco neo in bilancio, conti correnti pignorati dall’Agenzia delle Entrate per Iva non versata. Insomma un vero e proprio disastro dove anche la Corte dei Conti, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha mosso pesanti rilievi.

L’Anticorruzione ha messo finalmente le mani sulla vicenda ambulanze e su quanto costa il servizio che compra sistematicamente e sempre dagli stessi privati. Nonostante l’ARES118 abbia a disposizione un Albo dei Fornitori la stragrande percentuale del servizio affidato all’esterno è preda solo della Società privata Heart Life e delle sue ramificazioni.

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Basta digitare il nome dei titolari (Calderone) e delle società che da anni, e con gara scaduta e data in proroga per anni, gestiscono il servizio per conto della regione Lazio. La Corradi ha una certa simpatia nei confronti dei fratelli Calderone a cui paga le ambulanze a peso d’oro.

Tutto parte dall’accordo tra Ares Lazio e le società tra cui fa parte Heart Life che fanno capo ai Calderone (dei quali parleremo più avanti) siglato nel 2015, grazie all’aggiudicazione di una gara d’appalto e attraverso la quale, la regione Lazio, affidò una parte rilevante del servizio 118, per coprire 34 postazioni distribuite fra Roma, Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. Parliamo di circa 22,5 milioni di euro all’anno.

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In buona sostanza la società sta fornendo ambulanze utilizzate per il servizio di emergenza e per il trasporto dei pazienti che per legge fanno capo direttamente all’Ares 118.

L’Appalto aggiudicato nel 2015 per tre anni e quindi scaduto nel 2018 è stato di anno in anno rinnovato, per altri circa 5 anni e quindi ben oltre la durata della prima aggiudicazione, con una lievitazione dei prezzi vertiginosa e a dir poco sospetta.

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L’allegre spese della Corradi

A fronte infatti della possibilità di ampliare il servizio aggiudicato del “quinto d’obbligo”, cioè del 20% e solo se ve ne siano comprovate esigenze e non vi siano altre soluzioni, l’ARES ha gratificato e continua a gratificare le società dei Calderone con ampliamenti che superano, alla grande, tale limite normativo.

Basti pensare che, solo lo scorso anno, l’Azienda Ares 118 ha collezionato un disavanzo di bilancio mostruoso al quale nessuno ha saputo dare spiegazioni. Un buco di quasi 40 milioni di euro.

Si deve notare che a fronte dei 170 milioni di disavanzo che la Corte dei Conti ha imputato alla Regione Lazio, ARES 118 ha dato da sola un formidabile contributo. Alla faccia della capacità manageriale…

Ben 5 anni di servizio ambulanze in proroga e raddoppiato dai contorni poco chiari.

Il direttore del dipartimento Maria Paola Corradi in realtà ha proposto una gara ponte. Più un’azione dimostrativa che una gara vera e propria viste le condizioni economiche molto svantaggiose.

Questa gara “ponte” è stata caratterizzata da un capitolato con importi molto bassi e più o meno volutamente non appetibile, tanto che in pochi vi hanno partecipato.

Qualcuno ha provato ad introdursi in questo mercato allo stato attuale assai remunerativo prendendo parte alla gara ma è stato escluso con motivazioni varie.

Dopo tanti anni e sentendo il fiato sul collo della magistratura ha finalmente aggiudicato la prima gara ma dopo sei mesi ancora non ha preso il via.

Tutto è rimasto così nelle mani dei Calderone che gestiscono il servizio da 8 anni.

Non solo. Da una loro società prendono in affitto ambulanze a peso d’oro. Oltre 4.500 euro l’una contro solo 1.600 circa di un nuova acquistata a leasing.

Indovinate di chi è la ditta da cui affitta le ambulanze usate a tre volte il prezzo di mercato?

Dei Calderone ovviamente:

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Inutile cercare sul sito dell’ARES 118 dove la trasparenza è intesa nel senso letterale del termine: non si vede niente e non si trova nulla.

Ma chi sono i fratelli Antonio e Francesco Calderone?

La famiglia Calderone, originaria della provincia di Messina, sono considerati dai magistrati coloro che hanno effettivamente amministrato gli illeciti compiti attraverso l’organizzazione di First Aid One Italia in diverse regioni italiane.

I due fratelli sono anche titolari dell’azienda Croce Amica, l’organizzazione di volontariato, attiva in ambito socio-sanitario nella provincia di Latina.

Il servizio erogato da Croce Amica è iniziato durante la pandemia e passato a Croce Bianca dopo un’inchiesta della magistratura.

I due imprenditori sono conosciuti come i “re delle ambulanze in Italia” in virtù di un vero e proprio impero che hanno costruito in questo settore nel corso degli ultimi venti anni.

I fratelli Calderone hanno continuato a partecipare, vincere e farsi prorogare in modo sistematico appalti scaduti, nonostante i numerosi precedenti penali, rinvii a giudizio, condanne ed arresti e inchieste tutt’oggi in essere e che avrebbero fatto escludere qualsiasi altra impresa da ogni sorta di gara da parte di qualsiasi altra Azienda sanitaria.

Basta fare un giro su internet per capire il livello delle persone e società coinvolte in più procedimenti.

C’è di tutto. Dalle inadempienze del gruppo imprenditoriale riguardo alle modalità con cui il servizio di Emergenza viene svolto, al controllo sul rispetto delle garanzie di sicurezza e delle condizioni di lavoro del personale dipendente.

Dalle turbative d’asta agli atti corruttivi. Insomma un curriculum di tutto rispetto ma che non ha minimamente minato in alcun modo il rapporto di fiducia con l’Ares 118, che anzi continua da anni a mantenere in proroga contratti scaduti con costoro ed addirittura li amplia ben oltre le possibilità di legge.

Inspiegabile ai più questo accordo tra l’Ares 118 e i fratelli Calderone che prevede, stando alle carte, il mantenimento in proroga dei servizi offerti dalle loro ditte ben oltre la scadenza contrattuale.

Questo con la consapevolezza del “raddoppio illegittimo” ben oltre le possibilità di legge, dell’affidamento e dei compensi.

Come se tutto questo non bastasse la regione Lazio ha deciso di premiare le imprese che fanno capo ai fratelli Calderone: in un mese e mezzo, incredibile ma vero, ha regalato adeguamenti sulle spese la bellezza di 8 milioni e 226 mila euro!

Qualcuno potrebbe pensare che tale adeguamento di sia stato allargato anche agli altri fornitori più piccoli che forniscono servizio analogo ma non rientrano nel sistema Calderone ma la risposta è molto semplice: No!

Nonostante i processi tutt’ora in corsa con accuse che vanno dall’associazione mafiosa e truffa un po’ in tutta Italia (l’ultimo sequestro risale allo scorso agosto, a Pescara) la regione Lazio non ha ancora preso le distanze da queste società e, rimandando sistematicamente nuove aggiudicazioni del servizio, continua a concedere proroghe ai Calderone.

Nel 2021, nell’ambito delle indagini per caporalato e appalti truccati dirette dal sostituto procuratore Roberto Valli e coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti, la Guardia di Finanza di Pavia ha posto sotto sequestro la “First Aid One Italia”, affidataria di appalti pubblici in tutta Italia.

I Calderone, tramite la “Heart Life Croce Amica”, avevano ottenuto l’appalto per le ambulanze pontine ma una sentenza del Consiglio di Stato ha sancito che la società avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara d’appalto, in favore della concorrente Croce Bianca, “alla luce delle risultanze di causa e della rigorosa normativa concernente le dichiarazioni e documentazioni false prodotte in gara”.

Nell’ultima relazione di accertamento e verifica la Corte dei Conti scrive dell’Ares:
Nell’ambito delle proprie competenze, ARES 118 espleta le attività di gestione e coordinamento della fase di allarme e di risposta extraospedaliera alle emergenze 59 sanitarie, ivi compresa l’emergenza neonatale, di trasporto del sangue, degli organi e di trasporti secondari legati al primo intervento.

Provvede, inoltre, al raccordo con le attività svolte dai medici di medicina generale addetti alla continuità assistenziale nell’ambito del sistema di emergenza sanitaria territoriale. L’attività di integrazione con i medici di base di è realizzata dall’ARES 118 assicurando nell’ambito dei loro compiti:

a) la continuità assistenziale del sistema di allerta;
b) l’intervento tempestivo (art. 6).

Le perdite di ARES 118, come per tutte le Aziende sanitarie, sono state ripianate dal 2015 al 2019 con la deliberazione 1041/2020; nel 2020 con la deliberazione 295/2022 e nel 2021 con la deliberazione n. 243/2023.

In merito ai servizi gestiti internamente e/o esternalizzati, è stato trasmesso il prospetto riepilogativo relativo ai costi sostenuti dall’Azienda consuntivo 2021 e IV trimestre 2022.
Dall’analisi dei costi al 31 dicembre 2021 ed al IV trimestre 2022, risultano aumentati tutti i costi sia per personale (che passano da 111.539.498,26 a 124.538.128,82), sia di servizi appaltati (che passano da 8.166.251,76 a 11.167.820,63) che di trasporti sanitari da privato (che passano da 74.954.321,97 a 76.047.621,66).

In ordine ai criteri di ripartizione del fondo e delle risorse assegnate ad ARES nel 2022, l’Ente ha fornito riscontri generici, limitandosi a riferire che il “Fondo Sanitario Indistinto è assegnato all’ARES, in considerazione dei costi sostenuti dalla stessa Azienda per la gestione delle attività svolte nell’ambito della gestione dell’emergenza sanitaria regionale. Nell’anno 2022 il FSR è stato assegnato considerando lo stesso criterio e l’incremento proporzionale del Fondo sanitario”.

Ovviamente avendo lei il diretto controllo su tutto non si è mai venuti a conoscenza dei tanti chiarimenti chiesti da ANAC, Corte dei Conti e chissà se anche da qualche Procura.

Certo è che alcune delibere recenti non sono sfuggite come quelle di affidare alla modica cifra di 28.500 euro l’incarico al professo Saverio Sticchi Damiani, noto per essere legato al Lecce Calcio, che dovrà rispondere ai rilievi mossi dall’ANAC.

Adesso è chiaro del perché non abbia rispettato gli impegni assunti con il presidente Rocca lasciando libera la poltrona dove siede da 12 anni all’ARES 118 e che stia facendo carte false per lasciare il suo vice a controllare che nessuno ficchi il naso tra quelle carte che scottano.

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Sul pignoramento messi a segno dall’Agenzia delle Entrate per l’Iva non versata bisogna precisare che riguarda solamente il 2017. Dal 2018 al 2023 le somme raggiungono stratosferiche cifre intorno ai 13milioni di euro.

C’è tutto ciò che serve per rimuoverla non solo dall’ARES 118 ma da tutti gli incarichi nuovi conferiti ovviamente all’insaputa del neo governatore Rocca.