Situazione critica in Piemonte con una diminuzione del 50%
ROMA – Il clima taglia la produzione di nocciole italiane con un calo stimato del 20%, principalmente a causa del maltempo che ha interessato le regioni del Nord. L’analisi è della Coldiretti, nel periodo di raccolta di una delle eccellenze dell’agricoltura Made in Italy. Secondo produttore mondiale dopo la Turchia, l’Italia con quasi centomila ettari coltivati, vanta una produzione di circa 100 milioni di chili.
La situazione più pesante si registra in Piemonte, dove si coltiva un terzo della produzione nazionale e dove la diminuzione prevista è del 50%. Problemi anche in Campania dove si segnalano cali del 20-30% e dove a pesare sono stati soprattutto gli attacchi della cimice asiatica. Meglio nel Lazio, che rappresenta il 25% circa degli ettari coltivati, con il raccolto 2024 che si inserisce nella media degli ultimi anni, soprattutto rispetto a un 2023 che aveva visto un crollo della produzione a causa del maltempo. Stesso discorso in Sicilia, dove la siccità non sembra aver intaccato i noccioleti, mentre sono state limitate le incursioni dei ghiri, gli animali che rappresentano il terrore dei produttori.
Le quattro regioni coprono oltre il 90% della superficie coltivata italiana. Sono cali produttivi che fanno scattare l’allarme degli arrivi dall’estero. Lo scorso anno sono stati importati circa 75 milioni di chili di nocciole, la metà delle quali dalla Turchia, Paese spesso sotto accusa per gli elevati residui di sostanze tossiche e per il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Grazie alla battaglia della Coldiretti è stato introdotto l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine anche per le nocciole sgusciate e la frutta secca, anche se manca ancora per quella trasformata per essere usata come ingrediente in dolci e altri prodotti.