Civitavecchia Porto – Sul comitato di gestione dell’AdSP, l’unico con i titoli (comprovata esperienza), è Gianni Moscherini

Forza Italia mette alla berlina un galantuomo come Magliozzi che rilascia interviste sulla sua investitura ma la domanda non c’è, nessuno lo ha candidato e quindi fuori dai giochi. Ancora una volta Fazzone rimane fuori dai giochi con tutta Gaeta

CIVITAVECCHIA – Domattina, salvo clamorosi ripensamenti, il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, inizierà i colloqui con i candidati che hanno presentato il curriculum per essere nominati membri del comitato di gestione dell’AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale in quota Comune.

Prima di entrare nel vivo delle tante domande arrivate nella Pec dell’Amministrazione Comunale, non possiamo raccontare la cosa più eclatante accaduta un paio di giorni fa.

Sul sito dell’autorevole collega ciociaro Alessio Porcu, è uscito un articolo che parla dell’argomento in questione. Anzi. Va oltre. Intervista anche chi, presumibilmente, dovrà ricoprire quel posto e cioè tale Damiano Magliozzi.

Qui in zona pochi lo conoscono ma noi, al contrario, lo conosciamo bene. Lui e il fratello sono in realtà conosciutissimi da Roma a Latina passando per Frosinone. In particolare Massimo che è stato sindaco della città di Gaeta.

Molte attività tra cui quelle dell’itticoltura. Insomma, persone che da sempre sono in politica, quota Forza Italia, persone di fiducia del capo assoluto di quell’area geografica, il senatore Claudio Fazzone.

Sull’articolo di Porcu leggiamo testualmente:

Tra le iniziali e balbettanti conferme del sindaco Cosimino Mitrano, è stato Damiano Magliozzi a dire tutta la verità: «Si, lo ammetto. E’ stato il Senatore Claudio Fazzone a convincermi a presentare domanda al Comune di Civitavecchia. Inizialmente la cosa non mi interessava. Tuttavia dopo aver letto attentamente il bando del sindaco Tedesco, ho accettato».

In effetti tra i requisiti richiesti Damiano Magliozzi è «in possesso di una comprovata competenza. Competenza derivante da attività professionali compiute ed esperienze maturate nel campo gestionale, contabile ed amministrativo. Con particolare riferimento (naturalmente) alla portualità e alla logistica».

Damiano Magliozzi non ha inviato con spirito decoubertiano il suo curriculum. Tutt’altro. Ha formalizzato la sua candidatura è perché ci tiene tanto «a rappresentare insieme a Civitavecchia anche Gaeta e l’intero sud pontino nel comitato di gestione di un ente che meriterebbe tanto rispetto e tutela».

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Peccato che però, tra le decine di domante pervenute nella casella di posta certificata in arrivol del Comune di Civitavecchia non vi sia traccia di quella di Damiano Magliozzi né di un suo lontano parente.

Strano che sia accaduto questo, soprattutto con la squadra di Fazzone e Forza Italia che a Civitavecchia è ben rappresentata in consiglio comunale dalla presidente Emanuela Mari.

Anche se quest’ultima ha sempre preferito sostenere candidati non civitavecchiesi (vedi Giovanni Quarzo alle regionali e Andrea Volpi all’Area Metropolitana che, tra le altre cose, è consigliere della stazione appaltante Confeservizi Lazio che si sta occupando dell’appalto pulizie e concorsi) questa volta sembrerebbe aver cambiato idea e non ha monitorato, potendolo fare visto il suo ruolo, le domande che via via stavano arrivando fino alla mezzanotte del giorno 7 gennaio ultimo minuto utile per presentarle.

Leggere l’articolo e le dichiarazioni di Magliozzi a noi fa sorridere ma lui dovrebbe incazzarsi di brutto con chi, probabilmente, non ha fatto quello che doveva fare. Oppure solo con se stesso per essersi fidato a non presentare autonomamente la domanda.

Detto questo andiamo a quei candidati che, con tutta probabilità, da domani inizieranno i colloqui con il sindaco per essere scelti come membri.

Nessuno, tranne il presidentissimo Giovanni Moscherini, possiede i titoli della “comprovata esperienza“.

Se è vero che la nomina è fiduciaria, la leggerezza di non aver adottato un bando alla “io so io e voi non siete un cazzo” come ha fatto la ministra De Micheli per le nomine dei presidenti delle autorità di sistema portuale, potrebbe essere causa anche di future battaglie legali.

Infatti, in un primo momento, qualcuno aveva diffuso la notizia sulla presunta inconferibilità di Giovanni Moscherini perché consigliere comunale a Tarquinia o sul fatto che sia pensionato.

Niente di tutto questo. I dubbi decadono in quanto non si tratta di ricoprire ruoli sottoposti a salario, quindi stipendio, ma soprattutto l’AdSP rientra tra le società di diritto privato e quindi considerata in tutto e per tutto come una qualsiasi azienda, ovviamente dal punto di vista civilistico.

Al momento nomi in grado di poter insediare il posto a Moscherini non sono trapelati. Quelli usciti sono rispettabilissimi ma al porto di Civitavecchia ci vanno quando si imbarcano per la Sardegna o quando vanno in ufficio a lavorare che è ben diverso da quello che chiede un pretenzioso e volenteroso Pino Musolino.

Comunque, questi benedetti nomi, li scopriremo via via durante i colloqui. Certo è, che volendo, il sindaco Ernesto Tedesco potrebbe essere già il primo a chiudere la partita con il presidente Musolino e aiutarlo a mettere quanto prima le mani sui disastri lasciati in eredità da quell’avvocato di Roma appena andato via. Mancano due caselle, la Regione Lazio e l’Area Metropolitana.

La sindaca Raggi, essendo grillina, sta seguendo la logica delle poltrone. Se l’attuale membro del comitato di gestione, Matteo Africano, non sarà nominato come spera che avvenga, presidente dell’AdSP di Ancona, lo riconfermerà a Civitavecchia. Nel caso contrario, invece, procederà con un nuovo bando e i tempi si allungherebbero.

La Regione Lazio e il presidente Nicola Zingaretti hanno le idee chiare. Hanno già preso una decisione “d’ufficio” che sarà resa nota, con tutta probabilità, in contemporanea con quella di Civitavecchia.

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