La storia di una coppia di origine campane che ha affrontato con grande successo un Cammino lungo circa 300km e suddiviso in varie tappe tra Portogallo e Spagna
SANTIAGO – Sta facendo il giro del web la bellissima avventura vissuta da una coppia di origini napoletane che ha deciso di affrontare il Cammino di Santiago insieme al figlio di un anno e 8 mesi.
Loro sono Pasqualina Maria D’Ambrosio e Giuseppe Melluso, mentre il piccolo si chiama Santiago, esattamente come il cammino percorso da centinaia di anni da migliaia di pellegrini e turisti da tutto il mondo. Il loro è stato un viaggio lungo, ben 280km percorsi sempre in tre e suddivisi in 15 giorni e 13 tappe.
“Siamo partiti dall’aeroporto di Treviso – ci spiegano – e siamo arrivati a Porto (Portogallo) dove avevano deciso molti anni prima di fare questa esperienza, ma con il lavoro non siamo ma riusciti a farlo”.
A dare “la spinta” alla loro decisione è stata proprio la nascita di Santiago, il loro primogenito.
“Nel 2023 è nato il nostro piccolo – continua a raccontarci – e così quest’estate abbiamo fatto la pazzia di prenotare il volo. Il 13 settembre è iniziata la nostra avventura e dagli iniziali 280km previsti, il viaggio è stato molto più lungo perché in alcune tappe non si poteva passare con il passeggino e abbiamo dovuto fare delle deviazioni”.
A spronarli in questa impresa, anche la voglia di riscoprirsi come coppia e riconoscersi come neo-famiglia: “Il cammino è sempre stato un nostro sogno anche prima di avere un figlio, però non avevamo il tempo per poterlo fare. Con la nascita di Santiago ci siamo sacrificati molto sia lavorativamente che come coppia, non riuscivamo a stare insieme e goderci una giornata in tranquillità. Così abbiamo deciso di dover fare il cammino per essere una famiglia che ogni giorno sta insieme cammina e va avanti! Abbiamo deciso di farlo con nostro figlio perché volevamo fargli vivere una esperienza con la natura che gli avrebbe fatto sentire e vedere cose che forse un giorno ricorderà”.
Come sottolinea poi Giuseppe “il motivo del nostro cammino è stato anche quello di scappare dalla monotonia e dal caos della vita per poter tornare a sentire il proprio corpo nella tranquillità e nel perdermi nel camminare e pensare”. Tra le altre motivazioni di Pasqualina invece, anche quello di ritrovare un po’ se stessa dopo aver perso il caro papà nel 2022: “Ho dedicato questo cammino anche a lui, per stare a un passo più vicino a lui, e sentirlo spiritualmente nella cuore e nella mente”.
Il viaggio, seppur ovviamente faticoso, è sempre andato liscio e a fine settembre è terminato con “l’arrivo di Santiago a Santiago di Compostela”. Una vera e propria avventura, permessa anche dall’enorme adattabilità del bimbo e della forza d’animo dei suoi genitori. “Mio figlio è abituato alle lunghe passeggiate e a stare sempre fuori – chiarisce Pasqualina – Tutte le mattine passeggiamo sul lungomare e durante il cammino tra Portogallo e Spagna la mattina lui camminava, con calma. Dopo un’oretta così lo mettevamo nel passeggino dove mangiava un frutto e intanto proseguivamo”. Durante il percorso, ovviamente, non sono mancate però delle difficoltà, come giornate di pioggia o attraversamenti di zone aride, dove l’acqua stava terminando e il prossimo centro abitato era a 10km.
“Diciamo che non e proprio una passeggiatina – precisa – però, ripeto, scopri di avere una forza soprattutto mentale che ti permette di fare cose stupende. Portare un bambino è molto estenuante però è stata la nostra forza e abbiamo scoperto che fare un cammino del genere, con il proprio figlio, è molto formativo sia per lui che per noi genitori”.
Per Santiago, il viaggio è stato e resterà sicuramente un ricordo indelebile, meraviglioso e denso di significato. “Lui è un lattante – continua a spiegarci la madre – prende ancora il seno anche se ha un anno e mezzo circa. Verso pausa pranzo, era tutto dedicato a lui, dallo stare in spiaggia al giocare al parco, dal fargli le coccole al preparagli da mangiare. Dopodiché riprendevamo a camminare, e si faceva delle belle dormite”.
Sul fatto di portare con loro un bambino così piccolo non sono però mancate alcune critiche, giunte via social, ma che non hanno assolutamente stemperato la forza dei suoi genitori.
“Le critiche sui social? Non le leggo nemmeno – ci specifica, infatti, Pasqualina – servono solo a farti cambiare umore. La gente non so perché deve sempre dire qualcosa per abbassare il tuo livello di autostima”. All’infuori di qualche sparuta critica, tuttavia, sono tantissimi i messaggi che hanno sottolineato il coraggio della famiglia, mettendo nero su bianco come tutto sia possibile se fatto con il cuore e con l’animo.
“Mio figlio a un anno e mezzo ha visto più posti di molte altre persone”, afferma con fierezza Pasqualina, che ribadisce ancora come l’avventura sarà sicuramente un qualcosa che permetterà a Santiago di crescere e sviluppare la sua sicurezza e indipendenza. “È una bellissima esperienza – aggiunge – che tutti dovrebbero fare nella vita, ancora meglio e se possibile per loro con la famiglia”.
Ora che la famiglia è tornata a casa, Pasqualina e Giuseppe possono ripensare al viaggio percorso e tutto quello che ne è derivato.
“Sono stati i 15 giorni più belli della nostra vita – è la prima cosa che le viene in mente – giornate piene di emozioni, da quelle belle a quelle di disperazione a quelle colme di sorpresa. Scopri di avere una forza che non credi di avere, ogni tappa è stata davvero unica. Le difficoltà sono all’ordine del giorno durante il cammino, ma insieme si affrontano e si superano”.
Pasqualina e Giuseppe, anzi, sono certi che in molti vorrebbero affrontare la loro stessa impresa. “Viverlo con i propri figli è un’esperienza unica, incredibile e noi stessi ne stiamo già progettando di altri, anche più lunghi, magari anche sulla Via Francigena”.
Il loro racconto, appassionato ed emozionante, può essere seguito anche attraverso il profilo Instagram di Pasqualina (a questo indirizzo) dove la coppia ha registrato video e scattato foto proprio per documentare la bellissima esperienza e conservare, così, un ricordo che il piccolo Santiago potrà rivivere anche quando sarà più grande.
“Il nostro intento – conclude l’avventurosa coppia – era anche quello di creare una sorta di guida proprio per i pellegrini con bambini con itinerari, percorsi da evitare e altro, proprio come aiuto alle persone che vogliono farlo”.