Viterbo – Ex sede Banca d’Italia a meno di 400€/mq, torna in auge l’idea università: “Ma servono parcheggi”

Se da una parte Agraria sarebbe “costretta” all’interno del centro storico, una facoltà tutta nuova come Architettura o Scienze storiche potrebbero portare benefici enormi

VITERBO – Il rogo che ha distrutto parte della Facoltà di Agraria ha fatto tornare in auge la questione sede ex Banca d’Italia, da noi recentemente (ri)sollevata interpellando istituzioni locali e partiti politici. Tutte le parti hanno sottolineato come l’immobile – quella che noi abbiamo definito “la fortezza” di Viterbo per il ruolo cruciale che potrebbe avere come deterrente contro degrado e microcriminalità (se ripopolata) – sarebbe perfetto per ospitare uffici, location di ricezione turistica a cinque stelle e, ovviamente, un polo universitario.

Punto focale della questione, al netto del prezzo stracciato – da poco confermato da Bankitalia – per l’acquisto della struttura (appena 2,6 milioni di euro per un costo di poco più di 350€/mq) resta però il nodo parcheggi. Un dettaglio di estrema rilevanza, dimenticato da quasi tutte le parti interpellate e dagli stessi cittadini che non considerano come anche una totale ristrutturazione dell’immobile (necessaria per una sua nuova vita) non potrebbe includere un parcheggio interrato, se non di modestissime dimensioni.

Analizzando progetti e ricostruendo la storia della Banca d’Italia di Via Marconi, infatti, è emerso che il piano interrato della struttura è adiacente al canale che racchiude il fiume Urciono, situato al di sotto del manto stradale. Effettuare dei lavori per ampliare la base interrata della ex banca, potrebbe rappresentare un’opera impossibile dal punto di vista strutturale, poiché andrebbe a intaccare le fondamenta e la tenuta dell’intero edificio.

Importante, inoltre, sfatare il mito da alcuni avanzato in questi giorni: “Trasformare l’ex banca nella nuova sede di Agraria”. Un sogno totalmente fuori luogo, non solo per l’architettura dell’immobile, che ben poco avrebbe a che fare con una struttura legata a una facoltà di Scienze agrarie, ma anche perché dal punto di vista meramente logistico comporterebbe innumerevoli problemi: accessi di grandezza limitata, obbligo di realizzazione di laboratori contenenti sostanze volatili all’interno di un centro storico e – ancora una volta – nessun parcheggio utile a disposizione. Meglio, a questo punto, pensare a qualcosa di diverso, come una facoltà di Legge o Archeologia (già presenti in città) o, ancora meglio una novità che potrebbe ancora di più sviluppare il centro storico del capoluogo della Tuscia: Scienze storiche o Architettura.

Le aree di sosta del Sacrario e al di sopra di Piazza Verdi sarebbe infatti decisamente insufficienti per ospitare giornalmente centinaia di persone tra studenti, corpo docente e impiegati amministrativi. Ma non per questo l’idea deve essere abbandonata, anzi, il bassissimo costo – fuori mercato in senso positivo – potrebbe essere l’occasione per tornare a discutere della questione posti auto per il centro storico. Proprio per l’assenza di tali servizi il centro è in continuo declino, con i commercianti e un notevole numero di imprenditori che sottolineano da tempo come i tempi siano cambiati.

Solo poco tempo fa, in una nostra intervista, il costruttore Sergio Saggini aveva sottolineato come le famiglie di oggi, non solo i giovani appena sposati ma anche quelle con figli, sarebbero potenzialmente interessate a vivere il centro quotidianamente, ma è necessario “renderlo fruibile e comodo”. Da qui l’idea avanzata di realizzare parcheggi interrati al di sotto delle piazze cittadine, come già era stato proposto in passato da Fratelli d’Italia per Piazza della Rocca.

Un aumento del numero di posti auto a disposizione potrebbe riqualificare indirettamente strutture come l’ex Banca d’Italia, ma anche l’ex cinema Metropolitan, altro grande edificio che non riesce a trovare un posto del mondo di oggi a causa di problemi legati al numero di posti auto utili nei suoi pressi.

In definitiva, la questione “ex Banca d’Italia” – oggi più che mai tornata sotto i riflettori – potrebbe essere l’occasione per riaccendere il dibattito sul centro storico di Viterbo. Un luogo da reimmaginare totalmente anche in ottica turistica e non solo “cittadina”, ovviamente ricordando come “La città dei papi” debba assolutamente mantenere le sue caratteristiche storico/medievali intatte.