Identificata la donna trovata morta a Villa Pamphilj con la figlia: caccia all’uomo che era con loro

Proseguono le indagini sui corpi di madre e figlia trovati nel parco cittadino

ROMA – È stata identificata la donna trovata morta a Villa Pamphilj insieme alla sua bambina di pochi mesi. Si tratta di una cittadina statunitense di 29 anni, il cui corpo era stato rinvenuto sabato 7 giugno in una delle aree più frequentate del grande parco romano. A poca distanza dal suo cadavere, tre ore prima, era stato scoperto anche il corpo della figlia, di circa sei-otto mesi. I due corpi erano abbandonati a duecento metri l’uno dall’altro, avvolti in sacchi di plastica, nudi, e in evidente stato di decomposizione.

I primi esami hanno confermato che la donna era morta da almeno cinque o sette giorni, mentre la bambina sarebbe deceduta dopo di lei. Sul corpicino della neonata sono stati riscontrati segni compatibili con lo strangolamento e con una forte denutrizione, mentre la madre non presentava ferite o traumi evidenti. Non sono stati trovati segni di overdose, ma restano aperte le ipotesi di morte naturale, malore o avvelenamento.

Determinante per l’identificazione della donna è stato il riconoscimento di alcuni tatuaggi ben visibili, tra cui uno raffigurante un teschio con i colori della bandiera lituana. La loro diffusione ha portato alla segnalazione da parte di chi l’aveva conosciuta o vista nei giorni precedenti, e ha permesso di risalire alla sua identità.

Con la donna e la bambina c’era un uomo, anch’egli probabilmente statunitense ma con tratti somatici più mediterranei. I tre erano stati visti accamparsi nei giorni precedenti all’interno del parco, in una tenda fornita da volontari e associazioni per senzatetto. Alcuni testimoni ricordano anche litigi violenti tra l’uomo e la donna. Le autorità ritengono che sia proprio lui ad aver trasportato il corpo della neonata nella villa dopo la morte della madre, forse nel tentativo di simulare un abbandono o di coprire quanto accaduto.

L’uomo è ora ricercato con un mandato di cattura internazionale per duplice omicidio aggravato. Secondo gli inquirenti, potrebbe essersi già allontanato dall’Italia. Proseguono intanto le analisi sugli oggetti trovati nella zona del ritrovamento: la tenda, indumenti, resti alimentari e altri reperti che potrebbero offrire nuovi indizi.

Resta da chiarire il motivo per cui la donna e la bambina vivessero in quelle condizioni, lontane da strutture di accoglienza e da ogni forma di assistenza. Nessuno aveva denunciato la loro scomparsa. Non si hanno notizie di documenti, contatti familiari o legami stabili. Un’esistenza apparentemente ai margini, che si è conclusa in circostanze tragiche e ancora inspiegabili.

La vicenda ha scosso profondamente Roma, e in particolare i frequentatori abituali di Villa Pamphilj, parco simbolo di quiete e natura, oggi al centro di una delle pagine più drammatiche e misteriose della cronaca recente.