Questa mattina, alla Cittadella della salute di Viterbo, il direttore generale della Asl, Daniela Donetti, e il direttore della Casa circondariale di Viterbo, Pierpaolo D’Andria, hanno firmato il Piano locale di prevenzione delle condotte suicidarie, a tutela dei detenuti ristretti nel carcere di Mammagialla e ricoverati nel reparto di Medicina protetta – Malattie infettive dell’ospedale di Belcolle.
Il protocollo, frutto di un’intensa attività collaborativa fra le amministrazioni penitenziaria e sanitaria, in seno al tavolo di lavoro costituito dalla Asl nel 2018, dà attuazione al piano nazionale di prevenzione, di cui all’accordo in conferenza unificata Stato Regioni del 27 luglio 2017. Il documento contribuisce ad affinare e a potenziare, attraverso una sinergia fra gli operatori interessati alla prevenzione del fenomeno, gli strumenti tesi alla intercettazione e alla valutazione dei fattori di rischio nei soggetti più fragili. Tra le azioni contenute nel protocollo figurano l’intervento immediato in ottica medico-custodiale, e la presa in carico dei casi a rischio da parte di una équipe multidisciplinare composta da medici, psicologi, psichiatri, educatori, unità di Polizia penitenziaria, considerando, inoltre, la pronta ed efficace gestione delle emergenze-urgenze e la formazione specifica del personale sanitario e penitenziario coinvolto.
“Il protocollo – commenta il direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti – conferma, inoltre, l’obiettivo generale delle due amministrazioni, nell’ambito delle rispettive competenze, di sviluppare quei positivi fattori ambientali che contribuiscono a prevenire le situazioni di rischio. Tra questi: il miglioramento del complessivo quadro delle relazioni delle persone private della libertà (si pensi al sostegno alla genitorialità dei detenuti padri), la garanzia dei diritti soggettivi delle persone detenute, fra cui un adeguato livello di assistenza sanitaria, e la costruttiva occupazione del tempo della detenzione con attività di studio, di formazione professionale, di lavoro, in alternativa a condizioni di ozio e passività”.
“In questo modo – aggiunge il direttore della casa circondariale di Viterbo, Pierpaolo D’Andria– , anche attraverso gli strumenti del piano locale di prevenzione, la Asl di Viterbo e la Casa circondariale, nel consolidato clima di rispetto dei ruoli e di attenzione al coinvolgimento della comunità locale, intendono proseguire la proficua collaborazione verso un’esecuzione penitenziaria che possa realizzare, nella realtà viterbese, adeguate condizioni di umanità, dignità della pena e utili percorsi di risocializzazione.