Giunta incapace, inadeguata che in un solo anno ha fatto disastri amministrativi di ogni genere
TARQUINIA – Altro che valorizzazione del territorio: quello firmato dal sindaco Francesco Sposetti non è un protocollo d’intesa, è un atto di resa politica e svendita del nostro patrimonio.
La giunta comunale di Tarquinia, con la delibera n. 47 del 20 marzo, ha approvato uno “schema di collaborazione” con il Comune di Civitavecchia per la gestione congiunta dell’area di Sant’Agostino. Una follia amministrativa, l’ennesimo scivolone di un’amministrazione comunista che in un solo anno ha saputo solo arretrare e cedere.
La spiaggia di Sant’Agostino, bene storico, naturalistico e identitario della nostra comunità, viene ora messa sul tavolo come moneta di scambio con un Comune che, è bene ricordarlo, non ha spiagge e da anni guarda con appetito alla nostra costa. E Sposetti cosa fa? Invece di difendere i confini, li smonta pezzo dopo pezzo.
Nel protocollo, mascherato da nobile intenzione, si legge testualmente:
«L’area presenta un potenziale di rilevanza storica, culturale e naturalistica, che entrambe le amministrazioni locali hanno interesse a valorizzare».
Entrambe? L’unico ente titolato ad agire su quell’area è Tarquinia. E invece, con una accondiscendenza degna del peggior vassallaggio politico, si accetta una gestione condivisa, con la costituzione di un gruppo di lavoro intercomunale, composto da tecnici e rappresentanti nominati dai dirigenti di entrambi i Comuni.
Non solo: si parla anche di
«Pianificazione di interventi, promozione di percorsi turistici comuni, eventi e manifestazioni culturali, potenziamento dei servizi e delle infrastrutture».
Insomma, Civitavecchia entra di fatto a casa nostra, pretende servizi, partecipa alla gestione e magari domani avanzerà anche pretese economiche e territoriali. E Tarquinia? Tarquinia obbedisce.
Ancora più inquietante è il passaggio che prevede che
«Ogni Comune sarà responsabile della gestione dei propri fondi e risorse, con l’impegno di favorire la massima cooperazione».
Traduzione: noi paghiamo, loro usufruiscono. Uno scippo bello e buono, mascherato da “sinergia istituzionale”.
Ma il problema è politico prima ancora che amministrativo. Sposetti, espressione di un’amministrazione ideologicamente genuflessa, si piega ancora una volta davanti a logiche da “compagni al potere”. Il sindaco di Civitavecchia è “amico”? Allora si firma, si concede, si cede. Altro che visione di territorio: qui c’è solo subalternità politica e sottomissione strategica.
Questa non è valorizzazione. Questa è capitolazione. È come se l’Ucraina firmasse un protocollo per “la gestione congiunta” del Donbass con la Russia. È così che difendiamo la nostra terra?
Tarquinia merita di più. Merita chi sa dire NO, chi difende i confini, chi valorizza senza svendere.
Sposetti ha dimostrato ancora una volta di non essere all’altezza del ruolo che ricopre. È tempo che i cittadini se ne rendano conto.