Regione Lazio – Dopo il “conclave” serve un cambio di passo. Laziocrea il primo nodo da risolvere

È ora di voltare pagina: Buttarelli e Iadicicco devono lasciare. Per salvare la Regione Lazio, servono competenza e responsabilità

ROMA – Dopo oltre due anni e mezzo di mandato, la situazione nella Regione Lazio impone un serio momento di riflessione. Una riflessione che non può più essere rimandata e che deve portare a decisioni nette e coraggiose: Marco Buttarelli, presidente di Laziocrea, deve dimettersi. Così come deve essere azzerato il vertice della comunicazione istituzionale regionale guidata da Roberto Iadicicco.

Due figure centrali che, a conti fatti, si sono rivelate dannose per l’immagine e il funzionamento dell’intera macchina amministrativa guidata dal presidente Francesco Rocca.

Marco Buttarelli: un fallimento annunciato

Quando Marco Buttarelli fu nominato presidente di Laziocrea, ci si aspettava un rilancio serio dell’ente in house, responsabile della gestione di luoghi simbolo della cultura laziale e di una vasta gamma di servizi strategici. Invece, dopo due anni e mezzo, possiamo solo constatare un disastro operativo e una paralisi gestionale.

L’ex capo di gabinetto della giunta Storace, già coinvolto in vicende giudiziarie nel passato (tra cui un arresto di circa 20 anni fa), ha dimostrato di non possedere né la lucidità né la determinazione necessarie per ricoprire un ruolo tanto delicato. Le sue insicurezze e la sua incapacità di prendere decisioni strategiche hanno danneggiato il lavoro dell’intera amministrazione Rocca.

Marco Buttarelli al centro di feroci polemiche bipartisan sulla gestione di Laziocrea

Il simbolo dell’inazione: il Castello di Santa Severa

Emblematico il caso del Castello di Santa Severa, struttura di punta del patrimonio culturale regionale. Abbandonato all’immobilismo, privo di una programmazione culturale degna di questo nome, ignorato nei confronti istituzionali con il Comune di Santa Marinella: tutto ciò rappresenta il paradigma del fallimento Buttarelli. Un luogo che potrebbe essere un motore turistico ed economico lasciato invece all’abbandono, tra crolli strutturali e silenzi assordanti.

Laziocrea, numeri alla mano, è un carrozzone

LazioCrea è una società in house della Regione Lazio che gestisce tutte le attività regionali legate alla progettazione preventiva e allo sviluppo e gestione dei sistemi informatici della Regione. L’obiettivo di LazioCrea è la realizzazione del sistema informativo regionale, contribuendo alla semplificazione e digitalizzazione dei processi interni della Regione Lazio e allo sviluppo di soluzioni capaci di ridurre i costi della spesa pubblica. Inoltre, la società supporta la Regione nella gestione degli interventi di emergenza e soccorso in ambito regionale, nazionale ed internazionale.

Con oltre 23 milioni di euro di liquidità e 166 milioni di valore della produzione, Laziocrea avrebbe dovuto essere una macchina efficiente. Al contrario, si è trasformata in un carrozzone costoso, lontano dalla mission originaria, privo di slancio e completamente scollegato dai bisogni del territorio.

Il comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana, l’ex assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato e l’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Roberto Iadicicco: la disfatta della comunicazione istituzionale

Ma il danno di immagine per la Regione non si ferma a Laziocrea. La comunicazione istituzionale, guidata da Roberto Iadicicco, è da mesi un punto debole gravissimo per la giunta Rocca. Il presidente è lasciato senza supporto, la sua agenda invisibile, le iniziative regionali completamente scollegate da una regia comunicativa efficace.

La clamorosa gaffe alla BIT di Milano, dove lo stand della Regione Lazio ha promosso Matera invece che Vitorchiano, è solo la punta dell’iceberg. Un errore marchiano che ha causato imbarazzo nazionale e dimostra, in modo inconfutabile, l’inadeguatezza del responsabile della comunicazione. Ma c’è dell’altro: assenza quotidiana nei media, mancanza di promozione degli eventi, incapacità di gestire anche le più elementari dinamiche di relazione con stampa e cittadini.

Disastrosa l’operazione mediatica su Osaka. La spedizione della regione Lazio al “Padiglione Italia” è stato un successo straordinario e lo è tutt’ora grazie ai capolavori dell’arte portati in esposizione e per i panel andati scena e che hanno visto protagonisti assessore e consiglieri sia di maggioranza che d’opposizione. Non c’è traccia di messaggi positivi e neanche di iniziative messe in piedi per contrastare la vergognosa rilettura delle note spesa messa in atto dal consigliere e capogruppo di Azione, Alessio D’Amato.

Quest’ultimo dovrebbe vergognarsi ad andare in giro senza “mascherina”. Ha distrutto la sanità regionale. Ha compiuto disastri dai quali per uscirne serviranno anni. Ha ottenuto finanziamenti per la sua Fondazione Amazonia e li ha spesi illegalmente per finanziare la sua personale campagna elettorale. L’ha sfangata penalmente grazie alla prescrizione di reati ben individuati ed ha ancora pendente l’azione della Corte dei Conti che lo ha già condannato in primo grado a restituire 275 mila euro all’ente.

Il “conclave” di Greccio: la resa dei conti è iniziata

Nel fine settimana appena trascorso, a Greccio, i principali esponenti regionali di Fratelli d’Italia si sono riuniti per un confronto politico profondo. Un vero e proprio “conclave”, in cui è emersa chiaramente la frustrazione per una gestione appesantita da figure deboli e inefficaci.

Questo incontro ha sancito una cosa: è arrivato il momento della discontinuità. Non c’è più spazio per mediazioni o temporeggiamenti. La macchina amministrativa ha bisogno di essere guidata da persone all’altezza.

Nell’incontro, che ha visto la partecipazione attiva e costruttiva di assessori e consiglieri regionali, Fratelli d’Italia ha confermato la propria volontà di agire con responsabilità e unità, individuando con chiarezza le direttrici fondamentali su cui orientare l’azione politica e istituzionale.
“Esprimo piena soddisfazione per la qualità del dibattito e per l’alto livello di partecipazione registrato durante l’evento – sottolinea il coordinatore regionale di FdI, Paolo Trancassini – Non è usuale vedere un partito politico che si riunisce per due giorni per prendere coscienza di quanto fatto fino ad oggi e programmare le prossime azioni politiche. Un lavoro proficuo dove sono state sviscerate tutte le questioni che riguardano il Governo della Regione Lazio. Un ringraziamento particolare alla responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni, che ieri sera ci ha raggiunto per sottolineare ancora di più lo spirito di coesione che da sempre è alla base della nostra comunità”.

Il tempo è scaduto

Chiediamo con forza e chiarezza:

  • Le dimissioni immediate di Marco Buttarelli da presidente di Laziocrea.
  • La sostituzione urgente di Roberto Iadicicco e il rinnovamento della comunicazione istituzionale della regione Lazio.

Il presidente Rocca e la sua giunta meritano di essere supportati da una squadra capace, non zavorrati da inefficienze e figuracce. È ora di voltare pagina. Per il bene della Regione, dei cittadini, e della dignità delle istituzioni.

Inoltre è giunto il momento di affrontare altri argomenti delicati che vedono protagonisti due dirigenti della regione Lazio. Il primo è Paolo Giuntarelli, attuale direttore affari della presidenza, turismo, audivisivo e sport. Lui è il responsabile di alcune scelte che stanno compromettendo oltremodo l’azione del presidente Francesco Rocca. Il secondo è Egisto Schiavetti, capo della segreteria tecnica-europa della presidenza del consiglio regionale.

Paolo Giuntarelli è al centro di feroci polemiche per aver adottato scelte e avuto condotte che hanno messo in imbarazzo il governatore per quanto riguarda la missione in Giappone. Parliamo dell’acquisto dei trolley che ha voluto portare a termine nonostante il “NO” dell’ufficio di Gabinetto e la rissa che lo ha visto protagonista (e schiaffeggiato) con il consigliere regionale Mario Luciano Crea.

Egisto Schiavetti è stato il capo di gabinetto di Alessio D’Amato e in queste ultime settimane la “fuga” di documenti senza un passaggio ufficiale dell’accesso agli atti finiti nelle mani di quest’ultimo lo vedono come uno dei maggiori fiancheggiatori dell’opposizione al governo Rocca e al partito di Fratelli d’Italia.