Comunità Piccolo Carro: indagati Aristei e Salerno

Perquisizioni della Guardia di Finanza e dei NAS presso gli uffici e le strutture gestite dalla cooperativa “Piccolo Carro”. Si indaga per frode in pubblica fornitura e truffa ai danni di enti pubblici

PERUGIA – L’accelerazione della vicenda sulle autorizzazioni del Piccolo Carro, la coop che si occupa di minori in difficoltà, passa non solo per il blitz di carabinieri e finanza e per lo stop della concessione alla cooperativa da parte del Comune di Assisi. Perché la Procura indaga per frode in pubblica fornitura e truffa ai danni di enti. Ipotesi di reato che fa finire nel registro degli indagati la presidente della cooperativa, Cristina Aristei e il vice presidente, Pietro Salerno. Accuse, naturalmente, tutte da dimostrare con le indagini che martedì hanno fatto un altro passo avanti. Perché nel blitz tra sede legale e le cinque sedi operative della cooperativa (tra Bettona, Assisi e Perugia), finanzieri e carabinieri hanno preso una montagna di carte.
Carte non solo acquisite, ma sequestrate su ordine della Procura. Carte che raccontano dell’attività della cooperativa che dall’altro pomeriggio ha il sito internet off-line. Cioè non più visitabile. Da quello che emerge dall’inchiesta che ha iniziato a far rumore dopo un’acquisizione di documenti all’assessorato regionale alla Sanità, la truffa sarebbe ai danni di Asl, Comuni e tribunali, che si sono avvalsi dell’attività della cooperativa il Piccolo Carro per l’assistenza di minori in difficoltà, attività che non poteva essere possibile così come è stata espletata perché la cooperativa non avrebbe i requisiti autorizzativi previsti per svolgere attività di carattere sanitario e socio sanitario, ma l’ambito doveva rimanere solo quello socio-assistenziale. Una situazione che nei giorni scorsi ha portato l’assessorato alla Sanità della Regione, a presentare un dossier sia in procura che ai carabinieri del Nas.
Sul caso Piccolo Carro, si muove il M5S. Attacco frontale della consigliera regionale Maria Grazia Carbonari e della capogruppo in consiglio comunale, Cristina Rosetti. Storia simbolo, per i grillini, per mettere il dito nella piaga dei servizi. Con interrogativi su chi sapeva e non ha detto nulla rispetto alle autorizzazioni, sul fatto che pochi mesi fa, pur essendoci lettere dei servizi sociali dei Comuni che indicavano la mancanza del bollino blu per alcuni servizi, sia il sindaco Romizi che la presidente Marini hanno visitato la Comunità. Con loro la garante per l’infanzia, Serlupini. La Carbonari attacca su auto di lusso e presenza tra i soci del figlio delle garante nella coop con un fatturato di 4,9 milioni euro e ha distribuito ai 50 soci oltre 3 milioni in compensi. Pronto un esposto e richiesta di ispezione ministeriale. (IlMessaggero.it)