ROMA – Non era neanche finita la votazione quando Ignazio La Russa ha raggiunto i 104 voti necessari per l’elezione alla presidenza del Senato. L’applauso è scattato in Aula. Si cerca di fare i conti, qualcuno dell’opposizione deve aver votato per La Russa visto il non voto di Forza Italia. Era lui il candidato più forte, che sarà proclamato dalla senatrice a vita Liliana Segre,
Classe 1947, sposato, tre figli (Geronimo, Lorenzo Cochis, Leonardo Apache), innamorato delle due nipotine, Agnese e Anita, della Sicilia dove è nato (a Paternò), dell’Inter, dei libri di fantascienza e dei cani (ne ha avuti tanti, da Schranz, il pastore tedesco che, dice, «abbaiava ai compagni»).
Penalista (difese le parti civili nel processo per l’omicidio di Sergio Ramelli), ha attraversato 50 anni di storia della destra e poi del centrodestra: dal Fronte della Gioventù a Fratelli d’Italia, fondato con Giorgia Meloni e Crosetto nel 2012. Alla Camera dal ‘92 con l’Msi, c’era a Fiuggi, quando Gianfranco Fini fondò An; nel ‘96 quando si unirono con Fi nel Pdl divenne vicepresidente della Camera e nel governo Berlusconi IV come ministro della Difesa.