Guardia di finanza sequestra 6 milioni di euro a società di catering e banqueting tra Roma, Formello e Rignano Flaminio

ROMA – Beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma – in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Gip del Tribunale di Civitavecchia su richiesta della locale Procura della Repubblica – nell’ambito di indagini nei confronti di dieci amministratori di società e di un consulente fiscale di Roma, per le ipotesi di reato di dichiarazione IVA infedele e di indebita compensazione con crediti di imposta inesistenti.
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia, sulla scorta delle risultanze di un’altra attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli, culminata a febbraio dello scorso anno nel sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro, hanno svolto ulteriori accertamenti nei riguardi di società, aventi sede a Roma, Formello e Rignano Flaminio (RM), operanti nei settori del catering, banqueting, consulenza amministrativa, lavanderie industriali e servizi informatici.
Dagli approfondimenti, estesi anche ai conti correnti, è emerso che, allo scopo di maturare un ingente credito di IVA da utilizzare in compensazione con pendenze fiscali e contributive, erano state presentate soltanto dichiarazioni ai fini dell’IVA, riportanti acquisti di merce, rivelatisi fittizi, sulle quali era stato apposto il “visto di conformità” per attestare la bontà dell’imposta a credito.
Con questo escamotage, gli indagati avevano evitato i versamenti all’erario e all’INPS, risparmiando oltre 6 milioni di euro.
Gli elementi raccolti dai militari hanno consentito alla Procura della Repubblica di ottenere dal Gip l’emissione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” di disponibilità finanziarie e di cespiti del valore di oltre 6 milioni, corrispondenti alle imposte evase.
La misura cautelare è stata adottata allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.