Umbria – Gara Trasporto Pubblico Locale: l’intervento del consigliere regionale Enrico Melasecche

Riceviamo e pubblichiamo la nota del capogruppo Lega in Regione Umbria, Enrico Melasecche – “Gara TPL, passano i mesi inesorabilmente e la scadenza del giugno 2026 in cui sarebbe dovuto avvenire lo scambio fra i vincitori della gara in corso e gli attuali gestori incombe in modo drammatico, considerato che almeno dieci milioni complessivamente costerebbe alle tasche degli umbri il danno dovuto al rinvio di un anno, pagato con la stangata fiscale in corso e con la Corte dei Conti ben poco disposta a farsi prendere in giro. L’imbarazzo che corrode la sinistra è costituito dalle promesse fatte in campagna elettorale dalla Proietti, insieme alla FILT CGIL e alla FAISA CISAL, prendendo in giro lavoratori e cittadini, dando loro a credere, in modo abbastanza cinico, che avrebbero rivisto la gara portandola al lotto unico per non disturbare il gestore attuale.

Anche le pietre di Corso Vannucci sapevano che la gara non poteva avvenire con lotto unico e che in tutti questi anni i lotti sono stati tre e non uno, ma la FILT CGIL pur di giustificare quella grande bugia e per evitare di farsi prendere a schiaffi dai lavoratori a cui ha imposto ben otto scioperi, facendo rimettere loro stipendio e danneggiando i cittadini, ha illuso tutti ed oggi fa la vittima, dando la colpa alla Proietti di aver illuso tutti in un gioco delle parti abbastanza misero. Queste cose le ho dette e ridette in continuazione.

L’efficienza del sistema dei trasporti si consegue solo rispettando la legge, con una gara seria, introducendo criteri di concorrenzialità non esasperata ma di certo reale per evitare la vergogna di oltre quindici anni di atti d’obbligo in cui la sinistra, con il PD che dava le carte, ha prodotto una voragine di debiti a favore dell’unico gestore privato che ha fin qui elargito con i subappalti le briciole alle piccole coop e ditte locali che si sono adagiate in un regime garantito dalla vecchia politica.

La privatizzazione, va ricordato, la fece la Marini che, disperata dalla situazione fallimentare in cui la sinistra aveva portato  il TPL, impossibilitata persino a pagare gli stipendi, cedette il ramo gomma ai tre gestori dei tre lotti con l’unico socio di maggioranza che ammiccava al sistema partitico e sindacale garantendogli il proprio spazio. Il tutto avveniva in un regime ben poco trasparente, con relazioni sindacali in cui la FILT CGIL deteneva la maggioranza delle tessere, assicurava la pace sindacale, il TPL era fortemente arretrato, l’evasione altissima, le tecnologie minime, il parco autobus obsoleto ed inquinante a gasolio e per questo ridondante dovendo tenere nei depositi un numero di autobus di riserva di gran lunga superiore al necessario, con una manutenzione frequente e costosa.

Il tutto, va ricordato, con la bad company pubblica, Umbria Mobilità, che aveva amministratori di fiducia del PD strapagati, mentre quelli indicati dalla giunta Tesei hanno svolto il proprio compito in cinque anni con compensi minimi o gratuitamente, nello spirito di servizio e senso civico frutto della nuova cultura da noi introdotta. Solo dal 2019 si è creata l’Agenzia e si sono imposti nuovi valori, quelli del rigore morale e della nuova efficienza attuando le riforme con coraggio e determinazione, con la sinistra, in particolare con il PD di Bori e la FILT CGIL sempre contro, per mantenere i propri apparati, il proprio consenso, le proprie liturgie.

Umbria Mobilità nel 2019 era una società totalmente decotta, con 50 milioni di debiti da saldare ad una decina di banche, con cui sono dovuto intervenire personalmente per conseguire un accordo doloroso pur di non portare i libri in tribunale e farne dichiarare il fallimento, ipotesi questa che da un punto di vista politico avrebbe portato anche un dividendo di consensi ma che con senso di alta responsabilità abbiamo scientemente evitato di percorrere. Per salvare i lavoratori e per conseguire l’esenzione dal pagamento dell’IVA che ha fatto risparmiare agli umbri ben 50 milioni in cinque anni. Abbiamo rotto l’incantesimo che vedeva l’Umbria ostaggio di un sistema partitico sindacale che produceva inefficienza, debiti, ammiccamenti vari, redarguito oltre che dalla Corte dei Conti anche dalla Procura della Repubblica che a Terni indagó non oltre certi limiti ed archiviò per prescrizione le gare dell’epoca manipolate con reati che la Guardia di Finanza certificò essere ben gravi.

È per questo che, di fronte alla narrazione dell’attuale maggioranza  che ha sempre mantenuto anche in campagna elettorale un livello di rilevante opacità nell’affrontare il tema della gara e della recuperanda trasparenza e che oggi si permette di dichiarare la volontà di “limitare il danno” da noi prodotto, non posso non ribadire a testa alta e con la coscienza a posto che costoro non hanno neanche il senso del ridicolo. L’azione svolta dal mio assessorato è proceduta fra mille difficoltà dovute anche ad un precedente sistema di potere irrigidito da 49 anni ininterrotti di monopolio politico. Chi ha lavorato con me può guardare in viso tutti gli umbri perché la bontà dell’impostazione riformatrice da noi introdotta, il rigore morale e la tutela degli interessi pubblici da noi perseguita, la modernizzazione del servizio ancora in corso ma da noi ben avviata sono a testimoniare un cambio di passo chiaro e forte.

Piuttosto la preoccupazione per i magheggi in corso per ridurre la concorrenza e mantenere rendite di posizione sono evidenti, non in linea con i moniti della Corte dei Conti e la cultura del merito da noi introdotta per cui non solo sollecitiamo una accelerazione nella procedura di gara da noi avviata, grazie anche al contributo di un advisor competente individuato con gara trasparente ma, avendo noi introdotto tra i primi in Italia la clausola sociale rafforzata a tutela dei lavoratori, grazie al tavolo rimasto sempre dialogante con tutti gli altri sindacati che facevano sindacato e non politica saremo attenti nel valutare cosa è stato prodotto dalla Proietti a sei mesi dal suo insediamento. Anche la sindaca Ferdinandi, da me sollecitata a predisporre due varianti urbanistiche bloccate da un anno a causa di fantomatiche battaglie contro il consumo di suolo dovrebbe darsi una mossa perchè la sostituzione graduale dell’intero parco rotabile di Perugia, da gasolio ad elettrico, dovrebbe entusiasmare i fautori di una svolta ecologicamente all’avanguardia.

Oggi siamo all’opposizione, ma rivendichiamo con forza il merito della più importante quanto complessa riforma attuata dalla giunta di centro destra che non vorremmo venga edulcorata al punto tale da riportare il TPL a logiche di vergognoso conservatorismo che abbiano ereditato. Invitiamo pertanto tutti i cittadini, ad osservare quanto sta avvenendo perché non avendo fatto sconti a noi stessi nel corso della precedente legislatura non possiamo permetterci il lusso di farli a coloro che si permettessero di tornare al consociativismo di basso profilo, distruttivo di valori e di valore, che la sinistra ci ha lasciato cadendo un anno prima rispetto alla  normale scadenza elettorale”.