La proposta avanzata da un gruppo di associazioni e sindacati sta facendo molto discutere
ITALIA – Sta facendo molto rumore la proposta di un gruppo di docenti (sempre più numerosi) che vorrebbe un ritorno in classe a ottobre anziché a settembre a causa delle “temperature troppo elevate”.
L’idea, ovviamente, si è subito scontrata con il parere delle famiglie che hanno subito ricordato come le vacanze scolastiche italiane siano già tra le più lunghe di tutta Europa. Un ritorno a ottobre, inoltre, creerebbe molte problematiche legate a chi dovrebbe occuparsi dei giovani in questo ulteriore mese a casa, con genitori sempre più stressati da doppi lavori pur di portare a casa uno stipendio sufficiente al sostentamento del proprio nucleo familiare.
Associazioni e sindacati, tuttavia, hanno chiesto l’intervento dello stesso Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, chiedendo di valutare la proposta. Tra le motivazioni ci sarebbe però anche l’assenza di adeguate attrezzature in grado di sopperire al caldo estivo e al freddo invernale, con termosifoni malfunzionanti in tutte le scuole d’Italia e condizionatori del tutto assenti. Un neo prevalentemente italiano, territorio dove la Scuola è purtroppo assai indietro su ogni fronte rispetto ai “competitor” europei.
Tra i nodi da sciogliere per far sì che la proposta sia quantomeno valutabile, inoltre, vi sarebbe anche quello degli stipendi. Molti, infatti, si sono chiesti perché i docenti dovrebbero allungare le proprie “ferie obbligatorie” di ulteriore mese con un ulteriore stipendio percepito senza doversi recare a lavoro. Da non sottovalutare, inoltre, come il possibile taglio di 30 giorni dal periodo scolastico potrebbe certamente provocare gravi problemi al completamento dei programmi scolastici, con già molte materie costrette a tagliare di netto sempre più argomenti pur di raggiungere la fine dell’anno.