Il docente universitario era nel bosco con i suoi studenti quando ha ricevuto il primo messaggio: “Esce del fumo dal tetto dell’Università”
VITERBO – “Ero nel bosco con i miei studenti quando ho ricevuto quella terribile notizia: ‘Ci sta un pennacchio di fumo che esce dal tetto dell’università’. Dopo appena venti minuti, tutto l’edificio era in fiamme”. A parlare è il docente Andrea Vannini del DIBAF, il Dipartimento per l’Innovazione nei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali, lo stesso dipartimento che due giorni fa è andato completamente distrutto in un incendio devastante che ha arrecato a tutta la città una ferita nel cuore.
L’occasione per Vannini di raccontare quel che ha vissuto sulla sua pelle è quella di una conferenza stampa dove è stato specificato che presto sarà attivato un percorso “trasparente e tracciabile” per far sì che l’Università degli Studi della Tuscia possa accettare donazioni, in attesa dei più ingenti fondi che proverranno sicuramente da Governo e Regione.
“Due laboratori in particolare sono andati completamente distrutti – continua nel suo racconto il professore, visibilmente commosso – Centinaia di migliaia di euro persi solo in macchinari. Uffici, ricerche, tutto il lavoro di anni e anni che non tornerà più. Ma vogliamo ripartire il prima possibile e per questo l’ateneo si è subito attivato, ma il danno è davvero incalcolabile”.
Il docente, noto per essere una persona che non si arrende mai, riesce tuttavia a vedere uno spiraglio di luce in tutto quel che di terribile è successo. “C’è un aspetto positivo però in questa tragedia – spiega – un abbraccio collettivo e incredibile da parte di tutto il territorio che ci ha fatto capire quanto l’università e specialmente il settore agro-forestale siano importanti per tutta la Tuscia e non solo. Anche a livello nazionale e mondiale abbiamo ricevuto messaggi da tantissime persone e comitati”.
“Nonostante le scienze agrarie siano un po’ in crisi ultimamente – prosegue ancora Vannini – con gli studenti che preferiscono iscriversi ad altre lauree, questi messaggi ci hanno fatto riflettere molto sull’importanza che aveva e che ha tutt’ora la nostra facoltà. Ora dobbiamo rinascere e i tanti gesti di solidarietà, anche economici, che stiamo ricevendo ci permettono di sperare”.
Le donazioni, infatti, sembrano già essere partite a livello territoriale con iniziative come quella lanciata dal noto ristoratore ed ex politico locale Paolo Bianchini, che ha chiamato all’appello imprenditori, cittadini, enti e associazioni di ogni tipo. Un grande appuntamento, atteso per martedì 10 giugno alle 18 a Palazzo dei Priori, dove si dimostrerà all’Unitus tutta la vicinanza e l’amore possibile in questo momento di tragedia.
“Insieme al direttore generale – specifica poi il professor Andrea Vannini – i segretari dei dipartimento stanno individuando il percorso più semplice per ricevere queste donazioni. Serve la massima trasparenza, anche per garantire una tracciabilità e rendicontabilità veloce. Sarà necessaria una causale specifica, ma lunedì o martedì sarà reso pubblico questo percorso, anche attraverso i canali del Comune di Viterbo, che ci ha dimostrato una grandissima solidarietà”.
“Non possiamo che essere grati, a tutti – ha concluso, quasi in lacrime, il docente DIBAF – Ci aspettiamo molto altro da Regione e Governo, ovviamente, perché non possiamo gravare sulle spalle dei cittadini essendo noi un ente pubblico. La vicinanza da parte loro è già stata dimostrata, ma ci saranno dei tempi burocratici. Progetti, ricerche, lavoro… ora è tutto fermo ma quello che voi state facendo per noi ci permetterà di ricominciare”.
Ora, al netto anche di altre iniziative come quella annunciata stamattina da Lucio Matteucci – organizzatore del Carnevale Viterbese, che ha deciso di annullare l’evento per destinare i fondi all’Unitus – non resta che attendere l’attivazione del percorso indicato da Vannini. Tra lunedì e martedì se ne saprà di più, così che chiunque, anche da fuori territorio, possa contribuire alla rinascita della Facoltà di Agraria.