Truffa Fondazione Cariciv – Svolta nel processo a carico di Danilo Larini in Svizzera. Al posto del pm Minesso (dimissionario) arriva una donna, Francesca Nicora

Nel frattempo, su indicazioni del Mef-Acri sono iniziate le azioni di responsabilità nei confronti degli artefici di quello sciagurato investimento da 20 milioni di euro (andati in fumo)

BELLINZONA – Finalmente una buona notizia dalla Svizzera raggiunge Civitavecchia. Il Gran Consiglio ticinese, in sostituzione di Andrea Minesso (nella foto), il pm dimissionario che stava trattando il caso della truffa alla Fondazione Cariciv, ha nominato Francesca Nicora.

Al nuovo magistrato è stato chiesto di iniziare subito il processo a carico di Domenica Danilo Larini per chiudere un’inchiesta aperta da troppo tempo.

Domenico Danilo Larini, era l’operatore finanziario luganese (di Marcote per l’esattezza) che fu arrestato per una serie di truffe messe a segno oltre a diversi reati di malversazione e fatto sparire circa 50milioni di franchi svizzeri raccolti da vari investitori, tra i quali, la Fondazione Cariciv di Civitavecchia.

Per avere le cifre esatte di quanto Larini e la sua LP Suisse riuscirono a far sparire servirebbe leggere il rapporto dell’Efin, l’équipe finanziaria incaricata all’epoca dal procuratore Minesso, tutt’oggi secretata o almeno non di nostra conoscenza. L’importo rastrellato, come detto, supera comunque i 50 milioni di franchi (circa 47milioni di euro), raccolti sull’arco di appena 4-5 anni.

Larini operava principalmente dal suo lussuoso ufficio sul lungolago di Lugano. Lì avevano sede un family office e la società LP Suisse, con cui offriva ai clienti investimenti all’apparenza altamente redditizi.

In realtà, di quell’enorme somma è rimasto ben poco o niente.

Una parte è servita a foraggiare l’elevatissimo tenore di vita dello stesso Larini. Il resto lo impiegava per coprire, ricorrendo al sistema del “buco tappa buco”, le perdite accumulate di volta in volta.

Le dispute all’interno della magistratura Cantonese avevano rallentato di molto le varie inchieste tra le quali, appunto, quella che riguardava la Fondazione Cariciv dell’allora presidente Vincenzo Cacciaglia e del professor Chiacchierini che affidarono, alla LP Suisse, la bellezza di 20 milioni di euro.

Dopo lo scandalo della maxi truffa la Fondazione Cariciv fu sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze che esercita i poteri di controllo, ordinari e straordinari, espressamente previsti dal decreto legislativo 153/99.

Da questo controllo, che ha avuto la funzione di verificare il rispetto della legge e degli statuti, la sana e prudente gestione delle fondazioni, la redditività dei patrimoni e l’effettiva tutela degli interessi contemplati dagli statuti, fu intimato al nuovo consiglio di amministrazione, di agire, con azione di responsabilità, nei confronti di coloro che approvarono e determinarono questo “mostruoso” investimento.

Domenico Danilo Larini

E’ notizia di questi giorni, infatti, che la Fondazione Cariciv, su indicazioni del Mef-Acri, ha chiamato in causa i vertici di allora.

L’azione giudiziaria civile è stata quindi iniziata nei confronti dell’ex presidente Ernesto Chiacchierini, degli eredi di Vincenzo Cacciaglia e Massimo Ferri, di Patrizio Fondi e Mauro Iovino.

Azione ovviamente obbligata e che ha già creato molti malumori in città ma che l’attuale presidente, Gabriella Sarracco, è stata obbligata ad intraprendere su indicazioni del MEF (Ministero Economia e Finanze) e dell’Acri (l’organizzazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa).

Un azione forte che forse andava fatta prima e che provocherà, sicuramente, dure reazioni e attacchi di ogni tipo all’attuale consiglio d’amministrazione che le ha adottate.

L’avvocato Paolo Bernasconi, che tutela la Fondazione Cariciv, ha chiesto al Gran Consiglio di Bellinzona di procedere all’escussione dei fondi e dei beni immobili sequestrati, a Danilo Larini, dalla procura cantonese come prima compensazione alla malversazione dai lui compiuta a danno dell’ente.