Elezioni, Sgarbi: “Posso candidarmi alla presidenza della Regione Lazio”

Meloni potrebbe nominarlo ministro alla Cultura nel nuovo governo

ROMA – «È triste essere quasi l’unico perdente della parte che ha vinto» ammette Sgarbi al Corriere della Sera dalla sua terrazza in centro a Roma. Risultato: nel collegio di Bologna del Senato Pier Ferdinando Casini batte Vittorio Sgarbi, 40 per cento contro 32,3. Il critico d’arte, dopo aver dormito un paio d’ore, si consola con un frappè al latte, poi parte in quarta: «I cittadini di Bologna non sono cittadini liberi. Sono stato abbandonato da ogni partito e ho combattuto da solo». Poi prova a fare un ragionamento: «La cosa più logica era fare il gran rifiuto ma non era nel mio temperamento. Ma quando mi ha chiamato la Meloni… ho preso il collegio che mi han proposto. Che cosa ha fatto Casini? Casini è stato il… non dico la parolaccia ed è diventato presidente della Camera grazie a Berlusconi». E il futuro?: «Posso candidarmi presidente della regione Lazio o della regione Lombardia. Poi posso candidarmi alle Europee del 2024. E comunque mi rendo disponibile per un ministero. Specie quello di Franceschini». Al termine del dialogo spunta l’ultimo quadro arrivato nella sua casa-museo: un Mario Reviglione bellissimo intitolato: «Il gatto persiano che fa l’indiano». E via verso un’altra promessa: «Correrò alla presidenza della Regione Lazio o di quella della Lombardia. E perché no? Anche alle Europee…».

In attesa di vedere cosa succederà nella corsa al totoministri e la destinazione finale di Vittorio Sgarbi, il professore è già rientrato nella Tuscia, e a Viterbo, nella nuova sede del suo assessorato nello splendido Palazzo Gallo, è al lavoro per la prossima mostra su Michelangelo e il Festival della Tuscia, prima che altri importanti impegni (istituzionali) lo portino in giro per il mondo.

b.f.