Montefiascone – Crollo “Miralago”, gravi irregolarità sul cantiere. La morte di “Paolino” poteva essere evitata

Il titolare del ristorante stava scattando delle foto al soffitto quando è avvenuto il crollo. La prima voragine già visibile da venerdì. Tutti gli atti dell’urbanistica sono stati sequestrati dalla Procura di Viterbo

MONTEFIASCONE – Negli uffici della Procura della Repubblica di Viterbo e della caserma dei Carabinieri di Montefiascone sotto la supervisione del capo procuratore Paolo Auriemma e la sostituta Eliana Dolce sono stati chiamate a sommarie informazioni i tecnici, ingegneri/e, titolare dell’impresa degli scavi impegnati, ognuno col proprio ruolo, ad ampliare il ristorante “Miralago“, in parte crollato domenica mattina e che ha provocato la morte del titolare Paolo Morincasa oltre ad aver ferito gravemente il cuoco Massimo Pini.

Stanno emergendo sempre più evidenti le ragioni che hanno prodotto il crollo della volta.

La parte destra a monte del fabbricato (sinistra guardando la strada) è stata completamente sbancata facendo mancare l’appoggio alla grande volta che, non trovando più resistenza nel terrapieno, è crollata sul soffitto facendolo cadere sotto il peso di terra e massi.

Testimoni parlano di una voragine già evidente due giorni prima del crollo. Non era stata lasciata una “spalla” sufficiente a reggere il peso e non erano stati messi dei pali di contenimento.

Un gravissimo e fatale errore di calcolo o imprudenza di chi ha eseguito i lavori non considerando le conseguenze.

Lo scavo è stato fatto troppo a filo della volta e il peso sul lato destro ha prevalso facendo crollare tutto. Non solo. Il pericolo che venga giù tutto il costone è altissimo e mettere in sicurezza lo stabile non sarà affatto facile e l’operazione sarà molto lunga.

La polizia giudiziaria ha già sequestrato tutti i documenti che sono ormai anche datati (2018) dall’ufficio urbanistica della dirigente Maria Grazia Fumarola.  Dalle prime istanze alle conferenze dei servizi al voto in consiglio (unanime). Insomma c’è da capire se almeno la parte burocratica fosse tutta in regola.

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Il cartello che evidenzia i lavori in corso non è molto chiaro ma siamo riusciti a ricostruirlo attraverso le foto. L’ingegnere di calcolo è Frillicca (dicono di Orvieto) mentre invece la direzione dei lavori e la progettazione è del geometra Luca Ferri.

La società che si ritrova i mezzi sotto sequestro è di Adriano Menichelli, che a quanto pare, si è limitata a seguire le indicazioni che gli venivano date dai tecnici.

Quello che è strano che da quel punto sono stati portati via decine e decine di camion carichi di terra senza capire bene se ci si trovava davanti ad una autorizzazione completa o parziale.

La tragedia è avvenuta ieri, domenica 18 giugno, intorno alle 11,15.

Perché “Paolino” e il cuoco sono andati dentro quel locale che era già stato in qualche modo interdetto?

Sembrerebbe che Paolo Morincasa fosse andato lì per scattare delle foto con il telefonino. Rumori, una crepa e la voragine che si era aperta all’esterno le stava documentando per mandarle a qualcuno?

Adesso il telefono sarà oggetto di verifiche da parte degli inquirenti per vedere l’ultima cosa fotografata o filmata da “Paolino” prima della tragedia.

Se ci fossero elementi di verità nelle indiscrezioni che stanno emergendo in queste ore e si fossero presi immediate precauzioni la vita del ristoratore si sarebbe potuta salvare.

Come inevitabile la comunità è scossa. Dolore e rabbia. Nell’occhio del ciclone l’attuale maggioranza. Il sindaco Giulia De Santis che si è avocata a se la delega all’urbanistica e la dirigente Maria Grazia Fumarola.

Tutto è ancor più infuocato per la pruriginosa vicenda dei capannoni dell’ex sindaco Luciano Cimarello, oggi assessore, che non ha ancora demolito. Il Comune ancora non ha confiscato i beni e la dirigente avrebbe ulteriormente prorogato di 27 mesi i termini per la demolizione.

La polemica riguarda espressamente le contestazioni per la totale mancanza di certificati antisismici e vincoli idrogeologici che espongono gli operai a pericoli concreti.

Oltre naturalmente a tutte le fasi civili chiuse con la demolizione imposta e non rispettata e il procedimento penale pendente.

Non solo. Nel fuoco incrociato dei politici anche il geometra Luca Ferri troppo audace e coinvolto politicamente anche con la moglie. Montefiascone è un bel paese di quasi 15mila abitanti e si conoscono bene o male, tutti. Quello che è certo, al momento, che i primi provvedimenti previsti per oggi non sono stati emessi per la mancanza del Gip presso il Tribunale di Viterbo perché in missione. C’è il rischio che a fronte di così tante negligenze possano esserci dei provvedimenti molto duri da parte dei magistrati. Questo lo si capirà nelle prossime ore.

Paolo Morincasa
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