Bagnoregio – Il giardino La Pellegrina rischia di scomparire per fare spazio ad impianti eolici e fotovoltaico, l’appello alle istituzioni

Phobos, Deimos e Eolico Bagnoregio cancelleranno questo patrimonio naturale, a lanciare l’allarme Amici della terra onlus

BAGNOREGIO –  Un magico spazio verde, fatto di storia e cultura che rischia di scomparire. E’ il giardino “La Pellegrina” nel comune di Bagnoregio, sul confine con Orvieto in località Casa Nuova, distante pochi chilometri da Bolsena.

I signori Graham che hanno scelto di vivere in queste campagne, hanno realizzato questo magico spazio verde avvalendosi del noto paesaggista Stuart Barfoot, che ha creato 5 giardini tematici impiegando oltre 500 specie di piante; sono poi riusciti ad inserirlo nel network Grandi Giardini Italiani che comprende tra gli altri Ninfa, Villa Lante, Villa D’Este, Villa Adriana e Castello di Ruspoli.
Il giardino è destinato ad essere visitato da professionisti e appassionati da tutta Europa, ma ora una serie di progetti per impianti eolici e fotovoltaici rischiano di cancellarlo dal territorio, come segnalato dall’ASSOCIAZIONE AMICI DELLA TERRA ONLUS nell’appello inviato ai Comuni limitrofi, Provincia e Regione.

“Prima il progetto eolico PHOBOS (7 grandi aerogeneratori alti 200 m, di cui PEOS 6 e 7 sul territorio a nord del giardino), quindi il progetto eolico BAGNOREGIO (anche in questo caso 7 grandi aerogeneratori alti 200 m, di cui TRC 1, 2 e 3 sul territorio a est e sud del giardino); per ultimo, un progetto agrivoltaico denominato DEIMOS esteso su circa 70 ha che “abbraccia” il giardino su tre lati (notizia di pochi giorni fa desunta dal sito del MASE, ove è in corso il procedimento di VIA con scadenza delle osservazioni fissata al 26/4/2024).
Non abbiamo parole per commentare la scriteriata politica energetica nazionale, iniziata dal Governo Draghi e poi proseguita senza soluzioni di continuità dal Governo Meloni.
Proprio quest’ultimo ha approvato il progetto PHOBOS lo scorso mese di giugno, laddove i Ministeri competenti (MASE e MIC) erano entrati in contrasto, provocando la presentazione di ricorsi da parte di proprietari coinvolti, di associazioni (Amici della Terra) e di Comuni (Orvieto e Castel Giorgio), che saranno discussi nel prossimo mese di luglio presso il TAR dell’Umbria.
Elemento comune a molti progetti di impianti eolici/fotovoltaici di un ampio territorio a carattere
interregionale, è costituito dalla nuova stazione elettrica prevista nel progetto PHOBOS in loc. Torraccia nel Comune di Castel Giorgio a confine con quello di Acquapendente. Proprio qui gli Amici della Terra ed i Comitati locali organizzarono un SIT-IN nell’aprile 2023 per scongiurare il pericolo di invasione dell’Alfina con pale e pannelli made in Cina.
Oggi siamo oltre il pericolo, siamo avvolti da paura (PHOBOS) e da terrore (DEIMOS), grazie ad assurde normative che, in nome della crisi energetica e climatica, non fanno altro che favorire la speculazione da parte di grandi gruppi imprenditoriali attraverso una colonizzazione selvaggia del Bel Paese, senza risolvere i problemi ambientali e, probabilmente, aggravandoli”.

 

La storia del Giardino La Pellegrina

Nel 2013 l’artista contemporaneo James P. Graham e sua moglie Maura hanno incaricato il paesaggista Stuart Barfoot di progettare un giardino sulla loro proprietà appena acquisita; un granaio costruito nel 1850 e parte di una vasta tenuta ai confini tra Umbria e Lazio a 5 minuti dal lago di Bolsena e dalla famosa via di pellegrinaggio ‘Francigena’ (da cui il nome La Pellegrina).
Le fondamenta dei giardini erano querce di 400 anni, un terreno vulcanico altamente fertile e un’antica necropoli etrusca.
Ora, dieci anni dopo, ci sono oltre 600 specie diverse in 4 diversi giardini, oltre a un prato di fiori selvatici, un giardino da farmacia e un giardino del ”nettare” appositamente progettato per gli impollinatori.
La ricca biodiversità sostiene anche uno speciale progetto di allevamento di api regine, che Maura ha avviato per combattere la grave perdita di popolazione nella zona, oltre a fornire miele.
Stuart Barfoot ha progettato il giardino in modo che possa essere interessante tutto l’anno, con una piantagione diversificata che diventa più selvaggia man mano che ci si allontana dalla casa. Ci sono diverse aree distinte, ciascuna con la propria identità, ma tutte collegate da percorsi tortuosi e da un nucleo narrativo di semplici piantumazioni naturalistiche, elementi strutturali e materiali locali. Un ecosistema è stato favorito attraverso la creazione di habitat con aree piantate e gestite per consentire a uccelli, insetti e altri animali di prosperare. Particolare attenzione è stata data alla salute del suolo e delle piante esclusivamente utilizzando la biodinamica, la permacultura e tecniche naturali innovative come l’elettromagnetismo, i microrganismi efficaci (EM), i lombrichi e, naturalmente, un meraviglioso compost fatto in casa!
Possedere un terreno porta con sé la responsabilità della conservazione e, dopo dieci anni di duro lavoro e investimenti, la visione di James e Maura di creare un luogo di rinvigorimento e ringiovanimento per l’intero spettro circolare della natura sta iniziando a realizzarsi.

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