Nel video il potente urlo di fede dei facchini “Viva Santa Rosa”. Francesco: la Chiesa ha bisogno di persone “contagiose nella santità”
ROMA – Una giornata da incorniciare per sempre nella storia del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa quella vissuta ieri mattina quando tutto il “plotone” dei facchini è stato ricevuto dal Santo Padre in Vaticano.
Nel discorso consegnato ai Facchini della Macchina di Santa Rosa ricevuti in udienza, il Papa ricorda l’esempio della giovane viterbese vissuta nel XIII secolo che diffuse il Vangelo scegliendo la povertà assoluta e la carità: è importante testimoniare questi valori con fede, forza e umiltà.
Udienza privata: unica, almeno fino ad ora, nella storia del Sodalizio, la cui strada si è già incrociata con quella di Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI, entrambi venuti a Viterbo, il primo il 27 maggio 1984, quando gli venne dedicato un trasporto straordinario, il secondo il 6 settembre 2009, quando ammirò la Macchina ferma sul sagrato di Santa Rosa.
Ieri invece sono stati i facchini ad andare in Vaticano. Momenti definiti, da chi li ha vissuti, semplicemente straordinari.
Il Papa ha ricevuto in dono una riproduzione di Gloria alta un metro e mezzo e un ciuffo recante la scritta “Papa Francesco”, sotto un’immagine dipinta dall’artista Michele Telari raffigurante la cupola e la statua di San Pietro, ancora più sotto l’espressione “Semo tutti de ‘n sentimento”.
Il Papa ha rivolto al Sodalizio “parole incisive e toccanti”, dice il presidente Massimo Mecarini, “affidate a una lettera consegnata ai facchini”. Il Pontefice “a causa della bronchite” ne ha riassunto il contenuto a voce. Ha definito Rosa una santa agitata, ma dallo Spirito Santo, così che la sua esperienza interiore non poté restare nascosta, ma si propagò come la luce di una lampada che illumina tutta la casa. Abbiamo bisogno di santi così, anche oggi: persone che non stanno in pantofole sul divano ma che, ardenti del desiderio incontenibile di vivere e annunciare il Vangelo, con passione diventano contagiose nella santità”, sono state le parole del Papa.
Questa la lettera consegnata dal Papa ai Facchini di Santa Rosa:
SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI MEMBRI DEL SODALIZIO “FACCHINI DI SANTA ROSA” DA VITERBOSala Clementina
_________________________________Discorso consegnato
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono contento di dare il benvenuto a tutti voi e vi ringrazio di essere venuti così numerosi. [Saluto il Vescovo e le Autorità civili.]
Il vostro è un Sodalizio di fondazione relativamente recente, ma raccoglie un’eredità molto antica, risalente alla traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta a Viterbo nel 1258 per disposizione di Papa Alessandro IV, dalla chiesa di Santa Maria in Poggio a quella di Santa Maria delle Rose, oggi Santuario di Santa Rosa. Da allora, la celebrazione della Festa ha assunto la forma solenne che poi, continuando a svilupparsi nel tempo, è giunta fino a noi.
Le radici della vostra storia ci portano ai giorni in cui la Santa visse a Viterbo, dove ebbe un’esperienza mistica che la rese promotrice di devozione e di vitalità cristiana per tutta la città. Giovanissima, fece una scelta di povertà assoluta e di dedizione alla carità, e fu una vera trascinatrice, coinvolgendo con il suo amore per Gesù molti altri, al punto da diventare una presenza scomoda per le autorità, che la esiliarono assieme alla sua famiglia. Una “santa agitata”, potremmo dire, ma dallo Spirito Santo, così che la sua esperienza interiore non poté restare nascosta, ma si propagò come la luce di una lampada che illumina tutta la casa (cfr Mt 5,14-16). Abbiamo bisogno di santi così, anche oggi: persone che non stanno in pantofole sul divano ma che, ardenti del desiderio incontenibile di vivere e annunciare il Vangelo, con passione diventano contagiose nella santità (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 129; 138).
E voi continuate a trasmettere questa memoria con il vostro servizio e con il vostro impegno di vita cristiana. Durante le celebrazioni della Festa, trasportate una “macchina” alta circa trenta metri e dal peso medio di più di cinquanta quintali, sulla cui cima è posta la statua della Santa. Si tratta di un segno spettacolare, che catalizza attorno a sé tutta la città e che attira dal mondo intero folle di pellegrini e visitatori, al punto che dal 2013 la macchina di Santa Rosa ha ricevuto dall’UNESCO il riconoscimento di “patrimonio immateriale dell’umanità”. Ricordatevi, però, che ciò che fate è molto più importante di questo, perché voi, mostrando a tutti col “Trasporto” quanto è grande l’esempio di Santa Rosa, attraverso di lei fate conoscere il Vangelo di Gesù. Ecco la cosa più importante: far conoscere il Vangelo attraverso Santa Rosa; e farlo insieme, uniti e solidali, vivendone i valori con “fede, forza e volontà”, “rispetto e umiltà”, perché, in processione e nella vita, un’impresa così grande nessuno può realizzarla da solo, proprio come dicono i vostri statuti e come ricorda uno dei motti che scandite insieme durante il cammino: «Semo tutti den sentimento».
Grazie per ciò che fate, e per le tante attività assistenziali, culturali e morali con cui so che rendete operativo e concreto nella vita delle persone, specialmente le più bisognose, ciò che rappresentate in occasione della Festa. Vi incoraggio a tenere viva questa tradizione e di cuore vi benedico. E vi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me.
Nel suo saluto ha citato il riconoscimento Unesco e l’incredibile sforzo fisico compiuto dai facchini, definendolo un “segno spettacolare, che catalizza attorno a sé tutta la città e che attira dal mondo intero folle di pellegrini e visitatori. Ricordatevi, però”, ha esortato, “che ciò che fate è molto più importante di questo, perché voi, mostrando a tutti col “Trasporto” quanto è grande l’esempio di Santa Rosa, attraverso di lei fate conoscere il vangelo di Gesù.
“Accapezzate il ciuffo!”; “Facchini di Santa Rosa, sete tutti de ‘n sentimento?”; Evviva Santa Rosa, Evviva Papa Francesco!”. Si sono presentati così, ieri, i facchini all’udienza privata con Papa Francesco in Vaticano. Poche parole. Quelle gridate dal capo facchino Sandro Rossi quando ha fatto il suo ingresso Bergoglio. Ma soprattutto quelle giuste per trasmettere in pochi istanti, anche a chi non la conosce, l’essenza di una storia che invece dura da secoli.
Sulla cupola del Vaticano transitava qualche nuvola ieri, ma i facchini non l’hanno vista. Per loro “è stata una splendida giornata”, dice il presidente del sodalizio Massimo Mecarini. “Tutti insieme, nel segno dell’amicizia, della condivisione, si è sentita l’aria del 3 settembre, che oggi è tirata eccezionalmente in Vaticano rendendo partecipe anche il Papa. Mi è sembrato di vederlo particolarmente colpito da questa esplosione di voci”, aggiunge Mecarini che a sua volta non ha potuto non notare “lo sguardo del Santo Padre che, seppur sofferente, lascia trasparire dai suoi occhi la passione e la sensibilità di chi pare volersi far carico dei dolori del mondo”.
I facchini lo hanno invitato il prossimo 3 settembre a Viterbo, ma se anche il Pontefice non ci sarà, si può ben dire che l’anima e lo spirito quel Trasporto, ieri, comunque erano lì con lui.