Civita Castellana – Museo Moto dei Miti, le moto da corsa che hanno fatta la storia. Dalla Ducati di Stoner alla mitica Bimota YB1 ex Paolo Pileri

Genesio Bevilacqua ha vinto il mondiale Superbike nel 2011 con Carlos Checa in sella. Ma è anche un collezionista appassionato di moto da corsa. Il suo museo è aperto al pubblico

 

Carlos Checa e Genesio Bevilacqua sul gradino più alto del mondiale Superbike nel 2011

La Suzuki RG 500 del team Gallina

DA STONER A LUCCHINELLI

—Una sfilza di Ducati MotoGP tra cui quella iridata di Casey Stoner, le bicilindriche Ducati 1098/1198 del suo team iridate con Carlos Checa e Davide Giugliano, una Suzuki 500 GP ufficiale ex Lucchinelli, Norton Manx ex John Surtees, una Cagiva 500 ex Kocinski 1994, la più bella rappresentazione di Bimota a partire dalla mitica YB1 ex Paolo Pileri, una preziosa NR 750 Oval Piston e poi altre, tante altre.

La Norton Manx ex John Surtees

SEMPRE AL LAVORO

—“Quante moto possiedo? Il mio museo – rivela Bevilacqua – è un cantiere aperto e in continua evoluzione”. Ce ne sono oltre 120 pronte, frutto di tanti anni di lavoro, restauri e ricerca di ogni particolare e un’altra trentina pronte per il restauro. In alcuni casi tanti mezzi sono stati ripristinati dopo innumerevoli e radicali interventi, ecco perché è impossibile quantificarne il valore economico. Tra gli ultimi arrivi una Aermacchi HD 350 raffreddata ad aria ex Renzo Pasolini e la Sanvenero 500 ex Michel Frutschi, la prima moto italiana dopo la MV ad aver vinto un Gran Premio della 500, a Nogaro nel 1982. L’ha acquistata, insieme a casco e tuta del marito, dalla vedova del pilota svizzero ed è un esemplare unico. “La Sanvenero – riprende Genesio – è la dimostrazione del grande lavoro che c’è intorno ad un tipo di moto così prestigiosa, impiegando e coinvolgendo tanti tecnici, officine e specialisti per il ripristino e la ricostruzione di ogni parte necessaria a dare vita nel suo pieno valore e splendore ad un pezzo come questo. Un lavoro che complessivamente ha visto impegnati tutte queste persone per ben quattro anni”.

LE MOTO DI PILERI E LA SCIVOLATA A VALLELUNGA

—In mezzo a tanti tesori quali sono quelle a cui è più affezionato? “Questo museo sostanzialmente racconta la mia storia con le moto, prime tra tutte quelle di Paolo Pileri, sia da pilota che da team manager. Era un mio grande amico, una persona meravigliosa e, con lui, non volevo morisse il suo ricordo. E sulle sue, come su tutte le altre ho allestito una scenografia che le esalta”. Genesio inoltre le tiene tutte in vita guidandole lui stesso e facendole pure guidare. “La Desmosedici di Capirossi e altre le ho fatta provare in pista a Roberto Gallina, l’ex team manager di marco Lucchinelli e Franco Uncini quando vinsero il mondiale. È sceso con le lacrime agli occhi per l’emozione. Poi una 1198 Sbk l’ha guidata anche un mio amico fornaio che sognava di provarla. Il risultato? Me l’ha sbattuta per terra a Vallelunga. Pazienza, avevo realizzato il suo sogno”.

Vicine di casa: la moto iridata di Casey Stoner e la 65 di Loris Capirossi

IL RAPPORTO CON DUCATI

—Torniamo alle moto a cui è più legato. “La Ducati 1098 – riprende – del 2010 con cui ho sfiorato il titolo contro tante moto ufficiali e naturalmente quella del 2011 plurivincitrice con Checa e Giugliano. Quelle che sogno? Una Honda 500 da Gran Premio con cui hanno corso e vinto Valentino o Mick Doohan. Come le trovo? Un po’ di intuito e un po’ di amici sparsi nel mondo e un pizzico di coraggio e fortuna. Ma per me, tengo a dirlo, le moto rappresentano emozioni. Quando ho rimesso in moto la HD di Pasolini mi tremavano le gambe dalla gioia. Inoltre su certi mezzi esiste anche un protocollo di riservatezza come nel caso delle Ducati MotoGP che mi sono state date garantendo il massimo riserbo sui loro contenuti tecnologici. Un riconoscimento e una grande fiducia ricevuta da Borgo Panigale. Il mio primo cent (come quello che iniziò la fortuna di zio Paperone, ndr)? La Ducati mono con cui ho corso che abbiamo rifatto con un trio di fenomeni quali Paolo Pileri, Rino Caracchi e Walter Villa perché era molto fragile”.

L’Aermacchi 350 di Pasolini

A CACCIA DI UNA MV 500 ORIGINALE

—Ancora sogni. “Potrei desiderare una MV 500, originale e non una copia come ce ne sono tante in giro, ma non si finisce mai di sognare. Anche avendo una MV potrei desiderare una Jawa 4 cilindri o un’altra ancora. Ripeto: con le moto non si smette mai di sognare, perché il prossimo obiettivo è sempre quello nuovo, quello che non hai ancora raggiunto”.

Bevilacqua in pista con la Ducati monocilindrica

INFO E CONTATTI

—Ma per visitare “Moto dei Miti” cosa si deve fare? Il Museo di Bevilacqua, che sta a Civita Castellana (Vt) in via delle Industrie, 5, tel. 0761-542023, indirizzo mail info@motodeimiti.com, è visitabile su prenotazione da effettuarsi dal sito www.motodeimiti.com andando alla voce del menu “Visite e prenotazioni” e seguire le istruzioni.

In posizione aerodinamica su un CIao nella fabbrica di Civita Castellana

fonte: Gazzetta.it