Civitavecchia – Università Agraria, il Tribunale ha annullato tutte le delibere firmate dalla facente funzioni Delmirani e ne chiede il commissariamento

Sentenza storica e finalmente i soci si potranno liberare dei “dittatori” che abusivamente occupano l’ente

CIVITAVECCHIA – Finalmente un raggio di sole ha illuminato l’Università Agraria di Civitavecchia da anni occupata in modo illegittimo prima da Daniele De Paolis e successivamente dalla facente funzioni abusiva Damiria Delmirani.

Sentenza storica ottenuta dall’avvocato Pierluigi Bianchini (nella foto principale) che ha fatto valere le ragioni dei soci ricorrenti Sandro Pietrucci ed Erminio Pepe.

Sandro Pietrucci ed Emilio Pepe, in qualità di soci dell’Università Agraria di Civitavecchia, avevano domandato in via cautelare la sospensione delle delibere del consiglio di amministrazione n. 4 del 31.3.2022, nn. 7, 8, 9, 10 del 27.7.2022, nn. 12 e 13 del 15.9.2022 e n. 21 del 6.12.2022, dagli stessi impugnate in quanto affette da inesistenza e nullità, domandando contestualmente la nomina di un curatore speciale ai sensi dell’art. 78 c.c. cioè il commissariamento dell’ente.

Damiria Delmirani con Daniele De Paolis

Damiria Delmirani con continui artifizi amministrativi e adducendo scuse di ogni genere ha impedito lo svolgimento di libere elezioni per il rinnovo degli organi amministrativi dell’ente rimanendo illegittimamente al comando dell’Università Agraria.

Le argomentazioni svolte dai ricorrenti a fondamento dell’invalidità delle delibere impugnate si sono fondate sulla ritenuta inesistenza della delibera n. 4 del 31.3.2022, con la quale il CdA, preso atto della temporanea interdizione del presidente Daniele De Paolis dall’esercizio delle proprie funzioni in virtù della misura cautelare interdittiva emessa nei suoi confronti dal G.I.P. del Tribunale di Civitavecchia nell’ambito del procedimento penale RGNR n. 3473/2021 – in cui lo stesso Daniele De Paolis è imputato per i reati di cui agli artt. 81, 110, 314, 479, 480 e 323 c.p. tutti presuntivamente commessi nell’esercizio della funzione di presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia – ha attribuito a Damiria Delmirani il potere di presidente facente funzioni.

Damiria Delmirani presto commissariata

Secondo quanto sostenuto dai ricorrenti e secondo la decisione presa dal giudice del Tribunale di Civitavecchia, dottoressa Giulia Sorrentino, la delibera è stata emessa in violazione della legge e dello statuto, in quanto adottata da un CdA non legittimato ad operare essendosi sciolto per effetto della riduzione alla metà dei suoi componenti e per decadenza del presidente ai sensi dell’art. 2382 c.c. e dell’art. 12 dello Statuto, nonché carente di potere, in quanto lo Statuto non prevede la nomina del Presidente f.f..

Non solo, ha accolto anche la tesi della nullità della delibera ritenuta inesistente in quanto mancante della sottoscrizione del vice presidente Renzo Crisostomi che aveva indetto l’assemblea.

Erminio Pepe con Stefano Godani

La sentenza, di fatto, ha decretato la invalidità riflessa su tutte le ulteriori delibere successivamente adottate dal CdA presieduto da Damiria Delmirani, aventi ad oggetto rispettivamente: “Approvazione bilancio di previsione 2022”, “Disciplina dell’ipotesi di impedimento temporaneo del Presidente”, “Contratto personale amministrativo ai sensi della legge n. 168/2017”, “Approvazione previsione di un’ulteriore ipotesi di perdita della qualità di socio”, “Conferimento di poteri rappresentativi alla Dott.ssa Damiria Delmirani”, “Approvazione Consuntivo 2021” e “Perdita della qualità di socio del sig. Erminio Pepe ai sensi dell’art. 5 del vigente Statuto”.

Adesso il Tribunale deve intervenire senza ulteriori indugi alla nomina di un commissario che dovrà indire nel più breve tempo possibile nuove elezioni per il rinnovo del consiglio d’amministrazione.

Una vera e propria liberazione che avrà sicuramenti pesanti strascichi economici nei confronti della Delmirani che risponderà in solido dei soldi spesi e dei danni compiuti.

Questa la storica sentenza che ha premiato la tenacia dell’avvocato Pierluigi Bianchini che non si è dato mai per vinto convinto della bontà dell’azione dei suoi assistiti.

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